L’assessore regionale al Bilancio Guido Castelli ha promosso un tavolo di lavoro finalizzato alla verifica preliminare delle condizioni utili e necessarie per la istituzione di una Zona Economica Speciale nella nostra regione. A questo proposito si è svolto un incontro in videoconferenza tra i componenti del tavolo tra cui docenti universitari di UNICAM e UNIMC nonché rappresentanti delle professioni e delle categorie unitamente ai dirigenti competenti della Regione, allo scopo di tracciare una road map di azioni finalizzate a sviluppare la
strategia regionale per la ZES marchigiana cosi come già previsto dal primo DEFR della Giunta Acquaroli. “L’obiettivo della riunione – ha sottolineato Castelli – è stato quello di elaborare un documento utile alla giunta regionale per verificare tempi, modalità e termini per l’istituzione nel territorio marchigiano di una Zes.
Vorremmo che la politica regionale, riferita a questo ambito, potesse auspicabilmente entro l’estate disporre di un quadro prospettico che consenta di comprendere quali sono le formule che possono accompagnare la procedura amministrativa per la creazione della Zes e preliminarmente chiarire alcuni aspetti. Esistono in effetti alcune criticità da esaminare. Ad esempio, se e quanto (a legislazione vigente) costituisca un ostacolo il fatto che il porto di Ancona sia stato indicato, anche su disposizione dell’Autorità portuale anconetana, quale HUB di riferimento della Zes abruzzese.
Altro necessario approfondimento è quello utile a verificare se il Ministero del Sud e della Coesione sociale (che recentemente ha rafforzato la dotazione finanziaria delle Zes) voglia limitare lo strumento alle sole aree del Sud o se, al contrario, intenda includere anche quei territori che, al pari delle Marche, sono state classificati in transizione. Si consideri che il Ministro Carfagna, in una recente audizione in Parlamento ha espressamente fatto riferimento ad una nuova regolazione delle zone economiche speciali. La Zes potrebbe rappresentare ” – ha concluso Castelli – ” non solo uno straordinario strumento di defiscalizzazione per le imprese marchigiane ma anche il perno di una programmazione regionale che, partendo dal Porto di Ancona, ritrovi finalmente quella unitarietà e quella sistematicità di cui avvertiamo sempre di più l’esigenza.
Le ZES nascono come strategie di sviluppo delle aree retroportuali e il Porto di Ancona ha il rango necessario per svolgere questa funzione. Qualora tuttavia la strada della ZES dovesse risultare impraticabile dovremmo orientarci verso una Zona Logistica Speciale che, pur non presentando la stessa capacità di riprodurre franchigie fiscali propria della ZES, rappresenterebbe comunque uno strumento di pianificazione territoriali degna di nota e meritevole di attenzione.”