Attivare una banca dati nazionale su produzione e vendita dei vini biologici non è solo un’idea condivisibile ma anche una scelta strategica per far crescere una pratica a forte valore aggiunto che va nella direzione auspicata dalla Regione Marche. “Sottoporrò l’istanza al ministero delle Politiche agricole – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Marche, Mirco Carloni – certo che il ministro Stefano Patuanelli e il sottosegretario con delega al vino, Gian Marco Centinaio, ne comprenderanno il valore strategico”.
Secondo Mazzoni, direttore dell’Istituto marchigiano di tutela vini (Imt) e rappresentante dei consorzi italiani al Comitato vini presso il Mipaaf, i consorzi italiani del settore lamentano infatti la mancanza di informazioni relative al percorso produttivo e a quello delle vendite dei vini certificati biologici. Da qui la richiesta di istituire una banca dati relativa a un fenomeno che vede i produttori marchigiani tra i principali player italiani”.
“La scorsa settimana – ha aggiunto l’assessore Carloni – abbiamo siglato il Patto per il Distretto biologico unico della regione e il vino dovrà certamente essere un protagonista nella partita che giocheremo in favore dell’agroalimentare marchigiano ma anche dei consumatori, dell’ambiente e del turismo del territorio. Le Marche – ha concluso – vogliono essere identificate come l’avamposto italiano del biologico e i suoi vini – la cui superficie green vanta un’incidenza doppia rispetto alla media del vigneto-Italia – hanno bisogno di strumenti strategici per continuare a crescere e ad assecondare un mercato in forte espansione”.