Minori

Un americano a Fermo, fra Joseph

Quando indossa il giaccone blu marina sopra il saio blu aviatore, si lancia il cappuccio sulla testa quasi rasata da marine e fa un saltello per favorire la vestizione. Ai piedi porta sandali. I calzini sono comparsi solo con il grande freddo. Il sorriso è cordiale, franco, aperto. Occhi vigili sotto le lenti dalla montatura leggera. La musica che gli piace è quella degli U2. Suona la chitarra, ama i primi piatti e si arrangia bene in cucina. Soprattutto, prega.

Perché lui è fra Joseph Spence, 26 anni, dei Fratelli Francescani Missionari del Cuore di Gesù e di Maria Immacolata. Ma è anche un americano a Fermo, vice parroco della parrocchia di Santa Lucia.

Il nostro incontro inizia parlando di icone ortodosse. Ha letto qualche opera di Pavel Aleksandrovič Florenskij, filosofo, matematico, presbitero ortodosso russo. È passata da poco la giornata per l’ecumenismo.

Fra Joseph è nato a Syracuse, nello stato di New York, ma è cresciuto ad Auburn, ultimo di una famiglia di sei figli (di cui cinque femmine). La sua prima scuola è stata quella di San Pietro e San Paolo, scuola cattolica fondata da immigrati ucraini. A 11 anni si sposta a Gladwin, in Michigan, dove frequenta la scuola pubblica locale. I suoi compagni sono in maggioranza protestanti. Joseph è timido e ha paura di restare isolato dicendo di essere cattolico. Lo confida (è il 2007) soltanto all’amico più stretto, Matt Samaya, originario libanese. Agli altri lo confesserà qualche tempo dopo, al momento della scelta del College. E i suoi amici, contrariamente a quanto pensasse, lo apprezzeranno molto.

A scuola è bravo. L’anelito religioso ce l’ha da tempo. Gli raccontano che già a quattro anni aveva chiesto come si facesse a diventar sacerdote. Un segno. Dopo aver preso la patente (a 16 anni), ogni giorno andando in auto a scuola, si ferma in una chiesetta lungo il tragitto. Cresce la vocazione. Non mancano i momenti di crisi e di rimessa in discussione di scelte pensate. Non mancano neppure gli innamoramenti. Ma Joseph va al fondo: come essere e dove essere più felice?

Nel 2005, viene in Italia, e fa una prima esperienza religiosa.

Tre anni dopo, il 29 giugno del 2008, giorno del suo compleanno, coincidenza non casuale, vola in Italia. La scelta è definitiva. Iniziano gli studi teologici: un anno ad Assisi (tra l’altro con il suo futuro parroco fra Andrea che gli insegna italiano), due a Milano, diventa sacerdote.

Oggi fra Joseph si divide tra la parrocchia di Santa Lucia e l’Istituto Teresianum di Roma per il dottorato in Teologia spirituale. La tesi di laurea che sta preparando riguarda l’influsso di San Giovanni della Croce su Teresa di Lisieux. Per questo studia anche lo spagnolo e il francese (ma anche il greco).

di Adolfo Leoni

5 Febbraio 2017