“Annacquare il vino o aggiungervi zuccheri in Italia è illegale, il Governo nazionale si batta in Europa per fermare questa proposta pericolosa per un settore già in difficoltà a causa della pandemia”.
Così Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, nel commentare l’ultima trovata di Bruxelles contenuta nel documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine. La preoccupante novità arriva in un momento difficile per il settore alle prese con il drammatico crollo del consumo estero di vino Made in Italy.
Così Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche, nel commentare l’ultima trovata di Bruxelles contenuta nel documento della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ue in cui viene affrontata la pratica della dealcolazione parziale e totale dei vini. La proposta prevede di autorizzare nell’ambito delle pratiche enologiche l’eliminazione totale o parziale dell’alcol con la possibilità di aggiungere acqua anche nei vini a denominazione di origine. La preoccupante novità arriva in un momento difficile per il settore alle prese con il drammatico crollo del consumo estero di vino Made in Italy.
Solo quello marchigiano ha perso rispetto al 2019 quasi 9 milioni di euro (-14,5%) a causa delle difficoltà negli scambi commerciali dovute al lockdown che ha colpito tutti i continenti, penalizzando soprattutto il canale horeca. Anche le notizie per la vendemmia 2021 non sono delle migliori. Le gelate a ridosso della Pasqua hanno lasciato il segno soprattutto nei fondovalle del Piceno, mentre nella Vallesina patria del Verdicchio il ritardo vegetativo dovuto alle poche piogge ha limitato i danni.
Le stime di Ismea, ancora molto prudenziali, indicano perdite dal 5% al 20% a seconda della zona. Tornando all’Ue: “C’hai messo l’acqua Nun te pagamo”, si cantava. E ora? “L’introduzione della dealcolazione parziale e totale come nuove pratiche enologiche rappresenta un grosso rischio e un precedente pericolosissimo e che metterebbe fortemente a rischio l’identità del vino italiano e europeo, anche perché la definizione “naturale” e legale del vino
vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua” – spiegano da Coldiretti – Un inganno legalizzato per i consumatori che si ritroverebbero a pagare un prodotto compromesso nella sua naturalità da trattamenti invasivi”. La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli inganno autorizza i dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva. Ma Bruxelles ha dato anche il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto.
vigente in Europa prevede il divieto di aggiungere acqua” – spiegano da Coldiretti – Un inganno legalizzato per i consumatori che si ritroverebbero a pagare un prodotto compromesso nella sua naturalità da trattamenti invasivi”. La proposta di aggiungere acqua nel vino è solo l’ultimo degli inganno autorizza i dall’Unione Europea che già consente l’aggiunta dello zucchero nei paesi del Nord Europa per aumentare la gradazione del vino mentre lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva. Ma Bruxelles ha dato anche il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stessa del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto.