È stata pubblicata l’ordinanza commissariale numero 118 del 7 settembre 2021 che ha per oggetto “Disposizioni relative alle attività delle imprese operanti nella ricostruzione e integrazioni delle ordinanze vigenti in materia di ripresa delle attività produttive danneggiate dal sisma”.
«Si tratta di un’ordinanza molto importante, pronta ad intervenire sui costi della ricostruzione e sviluppata anche sulla base degli stimoli che il commissario ha dato alla Regione Marche –spiega l’assessore alla Ricostruzione, Guido Castelli, commentando nel dettaglio i passi di un testo nodale per il cratere sismico -. L’aumento dei prezzi di alcune materie sta infatti mettendo in seria difficoltà le imprese, che spesso e volentieri valutano se rinunciare agli incarichi o non accettarli per niente».
In tal senso dunque è arrivata l’ordinanza del commissario Giovanni Legnini, stilata dopo gli esiti dell’istruttoria condotta congiuntamente dagli Uffici Speciali della Ricostruzione, tra cui quello appunto della Regione Marche. Infatti, tra i fattori che rischiano di ridurre la velocità impressa al processo di ricostruzione c’è l’aumento del prezzo delle materie prime. Un rincaro dovuto soprattutto all’aggravarsi, negli ultimi due anni, della crisi pandemica da Covid 19, che ha pesato su ferro, legno, resine, acciaio, laterizi, vetro e molti altri materiali.
«Siamo intervenuti con questa ordinanza proprio per evitare che il buon lavoro fatto sulla ricostruzione possa essere rallentato da questi elementi, che non dipendono dalla ricostruzione ma che incidono su di essa -continua Castelli-. Sono di particolare importanza gli articoli 6 e 7 perché non solo riconosciamo un aumento dell’indice Istat ai costi del terremoto, ma soprattutto stabiliamo che nelle more della revisione del prezziario sisma, che è molto contenuto, è consentito applicare in alternativa quello regionale, più aggiornato è più consistente in particolare nelle Marche, dove la Regione ha provveduto ad un aggiornamento nel mese di luglio. C’è dunque questa importante possibilità sia per la ricostruzione pubblica che per quella privata, in attesa del nuovo prezziario sisma».
«Inoltre -conclude l’assessore- si consente di applicare alla ricostruzione una normativa, quella dell’articolo 7, che prevede di richiedere la revisione dei prezzi alla fine del lavoro, quando si può documentare che c’è stata una maggiorazione che ha inciso sui costi dell’opera indipendentemente dalla volontà dell’imprenditore. Anche questo lo ritengo un elemento centrale. Poi ci sono altri aspetti come la possibilità di dare in subappalto i lavori sino al 50%, a dimostrazione della grande collaborazione con la struttura commissariale ma anche del grande ascolto che la Regione ha prestato alle associazioni di categoria che ci manifestavano preoccupazione e ansia».