Alessio Marucci di San Benedetto del Tronto, studioso e collezionista di storici documenti, restauratore di antichi strumenti di elettrotecnica, ha ritrovato nel suo archivio un interessante documento dopo l’elenco telefonico del 1920), edito nel 1906 (tipografia Properzi) dal Comitato “Pro Fermo”, probabilmente quella che oggi è la Pro Loco.
L’opuscolo, dal titolo “Progetto di massima e piano edilizio su la strada di accesso alla stazione di Fermo – Relazione tecnica” è veramente una rarità. Il Comitato Pro Fermo presenta, prima di ogni altro, un piano edilizio per il popoloso quartiere Campolege, nonché un progetto per la “Strada di accesso alla stazione”, per una “Scala accorciatoia di accesso alla stazione” e per i “Fabbricati”. Nella prima parte del documento “Considerazioni generali”, si evidenziano le prospettive di Fermo, che dopo l’arrivo dell’acqua potabile (1896) e della luce elettrica, avrà un ulteriore sviluppo con l’attivazione della tanto attesa ferrovia, che la metterà al pari delle città più progredite della moderna Italia. Il Comitato Pro Fermo evidenzia il glorioso passato della città, la necessità di conservare il patrimonio storico-artistico e architettonico, ma guarda al futuro auspicando che “le sue pendici si popolino di villini, di alberghi, ricchi degli agii e dell’igiene di oggi, sì che la grandezza del progresso moderno faccia degno riscontro a quella antica di Fermo colonia romana”. Si parla di “posizione incantevole di Fermo, dove l’aria è saluberrima ed è nota l’ospitalità dei suoi abitanti; il nuovo sviluppo edilizio varrà a richiamare e accentrare la colonia forestiera, che è desiderosa di permanere a Fermo, in specie dopo l’attuazione della celere viabilità, e nella stagione balneare”. La stazione principale di Fermo della ferrovia era inizialmente prevista al “Campo di Marte”, o presso il Convento delle Benedettine, mentre nel documento già si prefigura il posizionamento tra Porta San Marco (Officine Montani) e Porta Sant’Antonio, dove poi è stata costruita. Tanto che venne inizialmente chiamata Fermo-San Marco, poi invece denominata Fermo-Santa Lucia. Oggi l’area della ex stazione di Santa Lucia, dove opera l’azienda di trasporti STEAT, è in una posizione abbastanza centrale rispetto allo sviluppo della città, ma a inizio Novecento la stazione si trovava in zona periferica, tanto che la Società F.A.A. realizzò il “Tronchetto” di 2,3 km dal Cimitero, per collegare più agevolmente il centro città (piazza del Popolo) a Porto S. Giorgio. Nella parte che riguarda la “Strada di accesso alla stazione” si prevedono due bracci, uno si stacca da Porta San Marco, l’altro da Porta Sant’Antonio. A metà percorso, fra le due porte, una Scalinata mette in diretta comunicazione la strada dell’Orzolo con la stazione. Il documento riporta interessanti dati sulle lunghezze, le larghezze, le pendenze, i materiali utilizzati per la nuova strada, tutto al fine di agevolare l’accesso ai pedoni, che devono raggiungere la stazione nel minor tempo possibile, ma anche per la percorribilità di vetture e carri pesanti. Dei due tronchi previsti sembra sia stato realizzato solo il tratto da Porta S. Marco, oggi via Filippo Corridoni e via Tito Tomassini, manca il tratto da Porta Sant’Antonio.
Interessanti dati numerici sono pure riportati per la “Scala accorciatoia di accesso alla Stazione”, il 14 dicembre 2008 (a 100 anni dal viaggio inaugurale della ferrovia) intitolata da Italia Nostra al tecnico milanese Ing. Ernesto Besenzanica, progettista dell’opera. Nella parte che riguarda i “Fabbricati” si prevedono costruzioni di circa 1600 mq di superficie coperta, a una distanza di 3 metri dalla sede stradale. Gli edifici, quattro lotti, sono costituiti da un pianterreno e due piani superiori, sono dotati di magazzino, giardino e spazi per usi domestici. Il Comitato chiude con la seguente frase: “Nell’interesse della nostra Città il Comitato Pro-Fermo ha presentato questo progetto: nell’interesse di Fermo nutre viva fiducia che il nostro spettabile Municipio voglia prenderlo in considerazione”.