“Stiamo seguendo con preoccupazione il tam tam della campagna
#ioapro1501, che sta lanciando per venerdì una protesta strutturata.
Speriamo – afferma il Segretario generale Giorgio Menichelli – che tale
manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la
volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto
a tutti i costi. Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati
non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo e
incomprensibile per operatori e clienti, non possiamo che esprimere la
nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali. Questo
fare getta ombre nel settore commercio, perché crea le basi per un
contrasto tra operatori economici, tra chi rispetta le norme e chi no.
Ma aperture “di pancia” si contrappongono anche al bene dei clienti,
perché vengono messi a rischio di sanzioni salate, oltre dal rischio di
contagio. Non rispettare i decreti, per quanto possano sembrare
ingiusti, è un messaggio che contrasta con la professionalità del
settore. Il rischio è anche quello di far saltare un sistema e far
aumentare i contrasti sociali in un momento storico in cui serve
coesione e collaborazione. La nostra Associazione garantirà il massimo
impegno per farsi portavoce delle istanze di tutte le imprese colpite.
Detto questo, occorre essere realisti perché le preoccupazioni dei
ristoratori sono reali e devono essere prese in considerazione. Non
rispettare tali istanze è controproducente, perché porta poi ad azioni
esasperate e pericolose. E il rischio di passare alla zona arancione,
agita gli operatori e l’Associazione. Bisognerebbe capire perché,
nonostante i ristringimenti imposti a molte attività economiche sotto il
periodo natalizio, il numero dei contagi è salito. Significa che quei
vincoli alle imprese sono stati inutili o sterili? I regimi e le
restrizioni che cambiano di settimana in settimana, costringono i
cittadini a non consumare e questo comportamento prudenziale impatta su
altri settori che, seppur potendo rimanere aperti, subiscono crolli di
fatturato. Basta contare le attività di solidarietà del terzo settore e
dei Comuni che sono in prima linea per iniziative di sostegno economico
per chi non riesce più ad arrivare a fine mese, tre cui anche molte
famiglie con mono reddito da lavoro autonomo, cassintegrati dei settori
chiusi per decreto e disoccupati, ecc. per capire che ciò che è stato
fino ad ora messo in campo dal Governo non è abbastanza. Ci aspettiamo
uno sforzo maggiore per venire incontro alle esigenze reali di migliaia
di famiglie ed imprese. Scelte chiare e rapide, perché l’economia
rischia di morire.
Confartigianato – conclude Menichelli – vede con preoccupazione la
possibilità di una stretta all’asporto dopo le 18, una decisione che
andrebbe solamente contro la ristorazione. Pur nella gravità della
situazione, non è possibile penalizzare in questo modo le attività. Un
danno frutto di una mancanza di ascolto”.
#ioapro1501, che sta lanciando per venerdì una protesta strutturata.
Speriamo – afferma il Segretario generale Giorgio Menichelli – che tale
manifestazione si esaurirà come provocazione, e ci auguriamo che la
volontà di rispettare le leggi prevalga sull’intenzione di tenere aperto
a tutti i costi. Pur comprendendo i malesseri della categoria, legati
non solo alle restrizioni ma anche ad un approccio approssimativo e
incomprensibile per operatori e clienti, non possiamo che esprimere la
nostra contrarietà a fenomeni che seguono metodologie illegali. Questo
fare getta ombre nel settore commercio, perché crea le basi per un
contrasto tra operatori economici, tra chi rispetta le norme e chi no.
Ma aperture “di pancia” si contrappongono anche al bene dei clienti,
perché vengono messi a rischio di sanzioni salate, oltre dal rischio di
contagio. Non rispettare i decreti, per quanto possano sembrare
ingiusti, è un messaggio che contrasta con la professionalità del
settore. Il rischio è anche quello di far saltare un sistema e far
aumentare i contrasti sociali in un momento storico in cui serve
coesione e collaborazione. La nostra Associazione garantirà il massimo
impegno per farsi portavoce delle istanze di tutte le imprese colpite.
Detto questo, occorre essere realisti perché le preoccupazioni dei
ristoratori sono reali e devono essere prese in considerazione. Non
rispettare tali istanze è controproducente, perché porta poi ad azioni
esasperate e pericolose. E il rischio di passare alla zona arancione,
agita gli operatori e l’Associazione. Bisognerebbe capire perché,
nonostante i ristringimenti imposti a molte attività economiche sotto il
periodo natalizio, il numero dei contagi è salito. Significa che quei
vincoli alle imprese sono stati inutili o sterili? I regimi e le
restrizioni che cambiano di settimana in settimana, costringono i
cittadini a non consumare e questo comportamento prudenziale impatta su
altri settori che, seppur potendo rimanere aperti, subiscono crolli di
fatturato. Basta contare le attività di solidarietà del terzo settore e
dei Comuni che sono in prima linea per iniziative di sostegno economico
per chi non riesce più ad arrivare a fine mese, tre cui anche molte
famiglie con mono reddito da lavoro autonomo, cassintegrati dei settori
chiusi per decreto e disoccupati, ecc. per capire che ciò che è stato
fino ad ora messo in campo dal Governo non è abbastanza. Ci aspettiamo
uno sforzo maggiore per venire incontro alle esigenze reali di migliaia
di famiglie ed imprese. Scelte chiare e rapide, perché l’economia
rischia di morire.
Confartigianato – conclude Menichelli – vede con preoccupazione la
possibilità di una stretta all’asporto dopo le 18, una decisione che
andrebbe solamente contro la ristorazione. Pur nella gravità della
situazione, non è possibile penalizzare in questo modo le attività. Un
danno frutto di una mancanza di ascolto”.