Di fronte a bollette sempre più salate, scadenze fin troppo stringenti per finanziamenti cruciali per il futuro del territorio e una lunga serie di criticità legate all’aumento dei costi dei materiali e agli ostacoli burocratici che inevitabilmente condizionano la quotidianità di aziende e famiglie, il tessuto imprenditoriale piceno vive in queste settimane una fase estremamente delicata.
A oltre due anni di distanza dallo scoppio dell’emergenza sanitaria, nel Piceno come in tutta Italia si continua ad avvertire un clima di incertezza ed emergenza generale che, anche a causa delle forti tensioni geopolitiche internazionali, si traduce in prospettive tutt’altro che rosee per il prossimo inverno.
Percorrendo la via del dialogo con i rappresentanti del mondo delle imprese e delle istituzioni, nel corso degli ultimi mesi la CNA di Ascoli Piceno ha più volte sottolineato l’inderogabile necessità di intervenire tempestivamente e con forza per individuare soluzioni adeguate alla gravità del momento e mettere in campo misure concrete ed efficaci, in grado di garantire un adeguato sostegno a cittadini e attività imprenditoriali di fronte agli ostacoli del presente e del futuro.
In questo senso, la stagione delle opportunità garantite dal Pnrr e dal Fondo complementare sisma rischia concretamente di non sortire gli effetti sperati per via dei ritardi e delle conseguenti strette sulle tempistiche che hanno caratterizzato la pubblicazione dei bandi già prossimi alla scadenza.
A questo proposito, l’associazione territoriale di Ascoli Piceno accoglie con favore la recente proroga a lunedì 7 novembre disposta dal commissario Giovanni Legnini in relazione ai termini di chiusura delle procedure a graduatoria, una decisione che faciliterà le aziende e gli uffici della CNA di Ascoli Piceno – che restano a disposizione degli imprenditori per la presentazione delle domande – nell’invio della documentazione in tempo utile, in modo da scongiurare l’inquietante scenario che potrebbe vedere le ingenti risorse previste dai bandi B.1.3.a e B.1.3.c non scaricate opportunamente a terra per mancanza di tempo sufficiente a mettere in campo una progettazione consona alla portata del finanziamento.
Si tratta di interventi dedicati alla nascita, lo sviluppo e il consolidamento di iniziative micro-imprenditoriali in un’ottica di tutela nei confronti delle piccole imprese, cuore pulsante dell’economia del nostro territorio, che non può permettersi di veder sfumare una preziosa occasione di valorizzazione ambientale, promozione turistica, culturale, sportiva e sociale e, soprattutto, sostegno agli investimenti in chiave innovativa. Alla luce delle ultime novità, la CNA di Ascoli confida nel fatto che la proroga possa consentire a tutte le realtà interessate, con il supporto del personale degli uffici CNA, di prendere parte a tutti gli effetti alle procedure di assegnazione dei fondi, che in caso di risorse eccedenti in determinate linee di intervento andranno necessariamente rimodulati per essere destinati in una nuova veste alle piccole imprese, in linea con le istanze europee in materia di aiuti di Stato.
D’altra parte, i dati di Infocamere elaborati dalla Regione Marche testimoniano in maniera inequivocabile come tra la stragrande maggioranza delle 20.754 aziende della provincia di Ascoli attive nel 2021 fosse costituita da microimprese fino a 9 addetti. Si parla di ben 19.612 imprese, a fronte delle sole 7 che all’epoca potevano contare su un personale da oltre 250 unità. Numeri che fanno inevitabilmente riflettere sulla composizione del nostro tessuto imprenditoriale, fatto di piccoli artigiani che ogni giorno fanno impresa con passione e sacrificio, che da anni attendono un’opportunità di rinascita economica e sociale e che ora non possono permettersi di assistere inermi a un fallimento di questa portata.
In un momento di grande incertezza, l’attenzione del Governo deve focalizzarsi sulle piccole realtà, troppo spesso ai margini delle misure promosse a livello nazionale. Le grande imprese, d’altra parte, hanno mezzi, strutture e organizzazione per fronteggiare momenti come questo, mentre le piccole aziende hanno bisogno di incentivi e strumenti che consentano loro di affrontare con fiducia le sfide del presente e del futuro. È il caso, ad esempio, delle imminenti scadenze previste dalle moratorie concesse in seguito all’emergenza sanitaria, che costringono ora le imprese a fare i conti con le rate del mutuo congelate negli ultimi mesi. Come associazione di categoria, la CNA di Ascoli si fa portavoce della grande preoccupazione degli imprenditori locali per l’assenza di misure straordinarie che possano supportare alle aziende in un momento delicato come questo, per nulla lontano dalla condizione emergenziale riconosciuta alle annualità 2020 e 2021. A differenza degli ultimi due anni, infatti, la legge regionale 13, che pure aveva salvaguardato migliaia di imprese marchigiane dall’incubo della chiusura, non è in grado di offrire adeguate garanzie in termini di sostegno ai costi di gestione, in un quadro generale che non può non lamentare l’assenza di tutele a livello nazionale nei confronti di una marginalità messa a dura prova dal vertiginoso aumento dei prezzi di energia e materie prime.
In vista dei mesi più freddi dell’anno, interi comparti stanno ragionando sulla necessità di limitare i consumi e gli investimenti o, in alcuni casi, di chiudere del tutto l’attività in attesa di provvedimenti risolutivi di cui al momento si registra un’allarmante assenza, con i grandi gruppi che in alcuni casi negano perfino la possibilità di dilazionare i pagamenti a chi, aumento dopo aumento, fatica a scorgere una luce in fondo al tunnel. La situazione resta preoccupante anche sul fronte dei nuovi ingressi nel mondo del lavoro previsti per il mese di ottobre dalle rilevazioni mensili del sistema informativo Excelsior. Ad Ascoli e provincia, infatti, sono programmate circa 1.610 entrate, 250 in meno rispetto al dato di dodici mesi fa – con un calo del 13% – e stabili solo nel 21% dei casi. A beneficiare dei nuovi arrivi, composti al 34% da giovani con meno di 30 anni, sarà principalmente il settore dei servizi, che nel decennio 2010-2020 ha guadagnato cinque punti percentuali nella distribuzione di impresa per macro-settori nel Piceno passando dal 48,7% al 53,7%, ma nel 44% dei casi le imprese stimano di riscontrare significative difficoltà nel reperire profili professionali idonei allo svolgimento delle mansioni richieste, a testimonianza della necessità di continuare a investire su percorsi di formazione e specializzazione.
«Come associazione avvertiamo l’esigenza di una netta e repentina inversione di tendenza sul fronte del sostegno alle piccole aziende locali – dichiara Francesco Balloni, direttore della CNA di Ascoli Piceno -. Lavorando quotidianamente al fianco delle imprese, non possiamo non registrare come una marginalità sempre più risicata e la totale assenza di garanzie di continuità condizionino in maniera determinante le prospettive per i mesi a venire. Garantire un adeguato sostegno agli investimenti e alle imprese dovrà necessariamente costituire una delle priorità nell’agenda politica del nuovo Governo».
«Un tessuto imprenditoriale costituito da micro e piccole imprese che ogni giorno mettono in campo la propria professionalità per il bene di tutto il Piceno rappresenta indubbiamente il valore aggiunto del nostro territorio – afferma Arianna Trillini, presidente della CNA di Ascoli Piceno -. Possiamo contare su autentiche eccellenze artigiane e imprenditoriali apprezzate in tutto il mondo, che come associazione cerchiamo costantemente di promuovere attraverso occasioni di formazione e confronto, ma che meritano di poter contare su misure semplici ed efficaci per poter superare le difficoltà del momento e accedere alle opportunità di finanziamento garantite dal Pnrr».