Confindustria Marche: rallentamento produttivo nel secondo semestre 2024, richieste misure di sostegno
L’indagine ha interessato 616 imprenditori, confortante il dato sugli investimenti
L’economia marchigiana si prepara ad un secondo semestre difficile, con un rallentamento della produzione dovuto a una debole domanda internazionale e a una flessione del mercato interno. È quanto emerge dall’indagine flash “Le prospettive dell’economia”, condotta da Confindustria Marche su un campione di oltre 600 imprenditori regionali tra il 5 e il 13 luglio 2024.
Il cambiamento dello scenario internazionale incide sul grado di incertezza. Peggiorano le aspettative soprattutto per le imprese più piccole: il 46,3% di quelle con meno di 10 dipendenti attendono una flessione; percentuale che si dimezza, attestandosi sul 24,1%, per quelle oltre i 250 dipendenti. Le flessioni più rilevanti sono attese nelle calzature e nella gomma e plastica. In linea con la media il tessile-abbigliamento; migliori, se pur in territorio negativo, le indicazioni per la meccanica e il mobile. Segnali positivi arrivano dall’alimentare. Nonostante l’incertezza generale, le previsioni sugli investimenti sono positive: due imprenditori su tre prevedono che gli investimenti nel secondo semestre 2024 saranno pari o superiori allo stesso periodo del 2023.
“L’indagine ha toccato un campione ampio, fornendo una situazione rappresentativa. I dati evidenziano chiare criticità, ma forniscono anche spunti di riflessione – ha commentato il presidente di Confindustria Marche, Roberto Cardinali – Emergono le difficoltà del manifatturiero, soprattutto sul mercato interno. Le dimensioni aziendali orientano le previsioni future, che sono più critiche per le piccole realtà, migliorano per le aziende più strutturate. Fondamentale è il ruolo delle aziende medie e medio-grandi, che possono fare da traino nelle filiere; occorre ragionare su aggregazioni d’impresa e rafforzamento patrimoniale. Interessante il dato sugli investimenti, che dovrebbe stimolare le istituzioni a garantire sostegno ed incentivi”.
“Per il nostro territorio – ha aggiunto la presidente di Confindustria Pesaro Urbino, Alessandra Baronciani – potremmo evidenziare una minor riduzione per la meccanica e il mobile, che rallenteranno meno di altri settori. Preoccupa la flessione più marcata delle aspettative per le PMI rispetto alle medio-grandi, a causa anche dei tassi bancari ancora sostenuti che erodono marginalità ed investimenti “.
“Un rallentamento dovuto al generale quadro di incertezza – ha confermato il presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini – Fondamentale che le logiche correttive, sia finanziarie che economiche, siano calate sul sistema manifatturiero. Serve un piano di incentivi agli investimenti che vada oltre il PNRR ed il 2026, il taglio del cuneo fiscale e il ripristino dell’ACE per favorire la crescita patrimoniale delle imprese”.
“Nel nostro territorio – ha sottolineato il presidente di Confindustria Macerata, Sauro Grimaldi – la preoccupazione maggiore è per il comparto moda e la metalmeccanica, che vivono un periodo particolarmente delicato”.
“Un semestre molto difficile, in particolare per il manifatturiero – il commento del presidente di Confindustria Fermo, Fabrizio Luciani – Sono improbabili scenari positivi prima di almeno un anno. Serve subito una moratoria di un anno sui finanziamenti ed una proroga della cassa integrazione per aiutare le imprese in difficoltà”.
Il presidente di Confindustria Ascoli Simone Ferraioli ha sottolineato che “nonostante i segnali di alcune criticità che arrivano anche nel nostro territorio, si apprezzano però la spinta verso gli investimenti ed il dinamismo delle imprese generato anche dai bandi regionali per la ricerca, gli investimenti produttivi, l’innovazione di prodotto sostenibile e digitale”.