Si è tenuta regolarmente martedì 27 febbraio, nonostante l’emergenza neve, l’attesa Commissione Consiliare con all’ordine del giorno importanti argomenti tra cui la modifica al Piano Antenne, la realizzazione di un Biodigestore, e la variante alla lottizzazione di San Michele Lido.
Il nuovo “piano delle antenne” è stato illustrato dall’Ing. Mario Galieni, già componente della Commissione Edilizia di Porto Sant’Elpidio, a cui il Comune di Fermo aveva affidato (con determinazione n. 168 del 27 Aprile 2016), per la cifra complessiva di 12 mila euro, l’incarico di “verificare l’ idoneità dei siti esistenti, l’individuazione di aree idonee all’installazione futura di impianti, la valutazione e proposta di tecnologie alternative a quelle esistenti, e di redazione di tutti gli elaborati aggiuntivi necessari per aggiornare il piano esistente”.
L’assessore all’ambiente Alessandro Ciarrocchi ha voluto precisare che le direttive a suo tempo fornite al professionista erano volte a minimizzare il numero delle postazioni, a valutare anche siti privati se utili a minimizzare l’impatto sulla collettività e a garantire un monitoraggio per quegli impianti collocati in zone sensibili.
Particolare attenzione è stata data alla soluzione del problema della antenna di Via Alberto Mario posizionata sul tetto di una palazzina privata e senza alcuna distanza dal consistente agglomerato urbano. Situazione che ha generato la nascita e la protesta di due comitati spontanei di cittadini.
La “soluzione” individuata vede lo spostamento dell’impianto presso i “campi da tennis” di Via Crollalanza, da collocare su di un palo dell’altezza di 15 metri nascosto tra gli alberi esistenti in questa struttura di proprietà pubblica. Lo spostamento è stato giustificato dal fatto che la zona e la direzione delle antenne interesserà in via principale un numero nettamente minore di abitanti senza pregiudicare la funzionalità delle reti di radiotelecomunicazioni.
Insieme a questo sito altre quattro sono le nuove postazioni che dovrebbero compensare la maggiore richiesta di “copertura” telefonica: un nuovo ripetitore sarà posizionato nella zona industriale di San Marco alle Paludi (fra la pista di mini moto e il campo sportivo), nella intersezione tra Viale Trento e Via Bellesi, nella rotatoria stradale in zona “Girola” (nei pressi dello stabilimento Nero Giardini) ed infine nell’Autoparco Comunale di San Martino anche se per quest’ultimo non vi sarà un utilizzo immediato non essendo stato richiesto dalle compagnie telefoniche ma verrà utilizzato solo nel caso in cui l’impianto di Via Crollalanza si riveli non in grado di raggiungere tutto il quartiere di Santa Caterina.
Questi nuovi siti si vanno ad aggiungere agli attuali venti esistenti e su cui sono collocati trentaquattro impianti di diversi gestori di telefonia.
Tra questi ricordiamo gli impianti esistenti sopra al condominio di Largo Guido Rossa nel quartiere Tre Archi, quelli presenti sopra agli Hotels Royal e Charlie, quelli sul colle Vissiano, nel Rione Murato, nel Cimitero comunale e quello di Capodarco, sul tetto dell’ex deposito di Cardinali, sui tetti della Cattedrale e della Chiesa di San Domenico, quello in zona casello autostradale, nel podere privato lungo la strada per Monterubbiano, in zona Marina Palmense accanto al cavalcavia e infine in località Cugnolo.
Il piano illustrato per la prima volta ai consiglieri di maggioranza e minoranza dovrà ora essere nuovamente discusso nella Commissione consiliare propedeutica al Consiglio Comunale mentre ancora non è chiaro se l’amministrazione comunale organizzerà delle riunioni di quartiere per un maggiore coinvolgimento della cittadinanza.
Nel corso della riunione più volte si è fatto riferimento alla Legge Regionale n. 12 del 30 marzo 2017 entrata in vigore dopo il conferimento dell’incarico all’Ing. Galieni. Quest’ultima normativa ha introdotto “modalità di installazione e di modifica degli impianti che possono comportare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, le attività di controllo e di vigilanza sui suddetti sistemi, le modalità ed i tempi di esecuzione delle azioni di risanamento e gli interventi di tipo cautelativo al fine della tutela ambientale e sanitaria della popolazione”.
La legge regionale inoltre si applica “a tutti gli impianti operanti nell’intervallo di frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz, compresi gli impianti a microcelle, gli impianti mobili su carrato e gli impianti provvisori”, ha stabilito che “l’installazione e la modifica degli impianti radioelettrici sono soggette alle procedure abilitative e che il Comune è l’ente locale competente per le procedure abilitativo. Il titolo abilitativo si forma nell’ambito di un procedimento in cui è verificata la compatibilità edilizia, urbanistica e paesaggistico-ambientale” e che soprattutto “ il Comune territorialmente competente può adottare provvedimenti di modifica e delocalizzazione dei medesimi, previa consultazione dei gestori e dei titolari interessati, individuando soluzioni alternative, senza pregiudicare la funzionalità delle reti di radiotelecomunicazioni”.
In questa ottica “i Comuni, singolarmente o in forma associata, (…) approvano un regolamento comunale o intercomunale per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, anche modificando gli strumenti di programmazione urbanistica (…) mediante procedure che assicurano la trasparenza, l’informazione e la partecipazione a titolo consultivo della popolazione residente e di altri soggetti pubblici e privati interessati”
L’art. 10 della legge, nell’individuare i criteri localizzativi, ha distinto gli impianti per emittenza radiofonica e televisiva, ai quali si applicano maggiori restrizioni (devono essere “posti in via prioritaria in zone non edificate“ con espresso divieto per gli “edifici destinati a permanenze di persone non inferiore a quattro ore“ come pure “ospedali, case di cura e di riposo, scuole di ogni ordine e grado, asili nido, parchi gioco, aree verdi attrezzate ed impianti sportivi“), dagli altri impianti, compresi quindi quelli di telefonia, che devono essere “posti in via prioritaria su edifici o in aree di proprietà pubblica e con possibilità di utilizzare anche gli impianti sportivi e i parcheggi degli ospedali qualora il centro elettrico sia almeno 15 metri più alto del piano di calpestio più elevato entro un raggio di 100 metri in pianta”.
di Massimiliano Bartocci
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