Dai contatti con l’ing. Michele Tarozzi di Bologna, a cui Elvezio Serena ha fornito documentazione, è scaturito un articolo sulla rivista di settore “Le Strade”: “Ritorno (su ferro) nel cuore delle Marche”.
Una via ferrata dismessa da far rinascere tra l’Adriatico e l’Appennino. E’ quella che un tempo correva lungo la valle del Tenna, collegando Porto San Giorgio e Amandola passando per Fermo. L’autore propone alcuni scenari per il suo recupero, a uso ferroviario oppure tranviario-cicloturistico, nonché una serie di esperienze similari utili a guidare le scelte e stimolare le iniziative.
Nell’interessante articolo, che inizia con una introduzione sul valore storico, architettonico, culturale e sociale della Ferrovia della valle del Tenna, realizzata dall’ingegnere milanese Ernesto Besenzanica ai primi del Novecento, attiva dal 1908 al 1956, si evidenzia che il collegamento avrebbe dovuto essere parte del progetto più ampio di una grande linea pedemontana denominata “Subappenninica” con la messa in rete di alcune direttrici ferroviarie regionali, a costituire una dorsale su ferro alternativa all’Adriatica in caso di bombardamenti navali.
Il tecnico prosegue poi riportando le principali iniziative per il rilancio della ex direttrice ferroviaria, a partire da quelle istituzionali come il Piano di Inquadramento Territoriale (PIT) della Regione Marche e il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) della Provincia di Fermo, che prevedono l’opportunità di recupero e riuso a fini turistici del tracciato, naturale via di accesso al Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con la trasformazione in itinerario ciclopedonale.
Elenca le numerose iniziative svolte dalla sezione fermana di Italia Nostra volte a sensibilizzare cittadini, amministratori e politici sulla necessità e urgenza di recuperare, tutelare e valorizzare il pregevole patrimonio architettonico e paesaggistico della strada ferrata, compreso il sogno di ripristinarla come linea turistico-ambientale.
L’ingegner Tarozzi passa poi ad esempi recenti in Italia di riconversione e rilancio di ferrovie dismesse, specificando dati tecnici, economici e di traffico passeggeri. Distingue tra recupero ad uso ferroviario (“Suburbana”, Bologna-Casalecchio-Vignola riaperta nel 2003 e “Ferrovia della Val Venosta”, Merano-Malles riaperta nel 2005) e recupero ad uso tranviario (“Tram delle Valli”, Tranvia Bergamo-Albino basata sul sedime dell’ex ferrovia della val Seriana e “Metrocagliari”, Tranvia di Cagliari ricavata su parte del tracciato della linea ferroviaria Cagliari-Isili).
Quella che più si avvicina alla “Fermana” è sicuramente la Merano-Malles, un esempio virtuoso a livello europeo: 60 km, binario unico, costo di realizzazione circa 120 milioni di euro, con utenza media di circa 2,5 milioni di passeggeri/anno. Ricordo che nel 1960, lungo la tratta filoviaria Porto S. Giorgio-Fermo venne trasportato oltre 1 milione di passeggeri, ma erano …altri tempi.
L’autore conclude con la proposta di due possibili scenari per la riattivazione della ferrovia Adriatico-Appennino: il recupero ferroviario propriamente detto del tracciato originario (ove tecnicamente percorribile) con duplice utilizzo per residenti e turisti, ma con elevato costo dell’intervento; alternativamente la realizzazione di una moderna linea tranviaria su parte del tracciato (Porto S. Giorgio-Fermo) con miglior rapporto tra costi di realizzazione e utenza raggiunta, tempo di percorrenza inferiore ai 15 minuti, con eventuale
utilizzo della parte restante della linea storica (Fermo-Amandola) per finalità turistico-paesaggistiche (itinerario ciclabile).
La scelta della soluzione attuabile dovrà essere effettuata attraverso uno studio di fattibilità che tenga conto, oltre che delle esperienze similari, del contesto di inserimento della linea e suoi punti di interscambio (ferro/ferro e ferro/gomma), analisi preliminare della domanda (definizione del potenziale bacino d’utenza), scelta del rotabile e della tecnologia di sistema più adatta, diagramma di marcia e programma preliminare di esercizio, stima di massima dei costi di realizzazione, verifica delle ipotesi gestionali e del relativo piano economico di massima.