L’odiato nemico nazista, ex alleato nel 1939 per la spartizione della Polonia (patto Ribbentrop-Molotov), si punisce anche con gli stupri di massa. Così accadde nel 1945, quando i sovietici entrarono a Berlino. Furono registrati circa 100 mila stupri.
La storia è nota. E anche molto raccontata da venti anni a questa parte.
Molto meno noto, quasi segreto, ciò che accadde in un monastero benedettino di Polonia. Anno 1945.
L’odiata religione si punisce anche con stupri ripetuti. Stavolta ai danni di religiose.
Agnus Dei ne è il racconto drammatico fatto dalla regista Anne Fontaine, per la prima volta cimentatasi in una vicenda completamente altra rispetto alla sua sensibilità distante dal versante sacro.
Un film ricco di sfumature psicologiche, dove il bene e il male, il moralismo e il realismo si intrecciano, dove la luce e la speranza filtrano anche dal buio della tragedia. Dove il Divino trova spazio anche nella durezza di un fatto certamente non cercato.
I soldati dell’Armata rossa hanno occupato un monastero polacco e
ripetute sono le violenze nei confronti delle suore. Molte delle quali rimangono incinte.
A scoprirlo è una donna ufficiale medico della Croce rossa francese che casualmente s’imbatte in una monaca in cerca di aiuto.
Sulle prime, il medico resiste. Vorrebbe dirottare altrove la richiesta. Sfuggirla. Lei è atea e comunista. Poi, si lascia convincere ed entra in un mondo diverso, dove le umanità sono tante: chi è entrata in monastero più che convinta, chi perché spinta dalla famiglia, chi per sistemarsi. Dove però il dramma sono quei bambini conseguenti lo stupro.
La regista scandaglia l’animo delle donne velate: c’è chi si sente in colpa come se avesse infranto un voto, chi prova un dolore indicibile per quanto ha dovuto subire, chi, nonostante tutto, assapora il significato della maternità.
In quel monastero, ogni schema è saltato, la realtà non può essere pensata ma vissuta per quello che è e per il segno che porta con sé. La realtà interroga tutti, non solo le vittime (il titolo originario del film è Les Innocentes). Anche la donna medico inizia a porsi domande profonde, scoprendosi alla fine diversa.
Film più storico che religioso, ispirato ad una storia vera di cui protagonista fu la giovane ufficiale medico Madeleine Pauliac.
Da non perdere.
di Adolfo Leoni