Metrotramvia, il modello alpino sulle tracce del vecchio trenino
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Metrotramvia, il modello alpino sulle tracce del vecchio trenino

Un sistema di trasporto ecologico per la provincia di Fermo. L’idea progettuale è dell’ingegner Alessandro Sasso di Genova. La presenza dei
sedimenti dell’antica ferrovia Adriatico-Appennino e la crescente cultura del territorio rappresentano un’imperdibile occasione di  rilancio della Valle del Tenna e del Fermano in ambito regionale, attraverso un’infrastruttura moderna al servizio della mobilità locale e  del turismo intelligente.  Se la riproposizione del vecchio trenino progettato dall’ingegner Ernesto Besenzanica appare poco più che una romantica aspirazione, la realizzazione di un sistema su ferro a servizio dei centri della Provincia di Fermo può oggi essere  realisticamente affrontata facendo ricorso ad una tecnologia appropriata
ed al passo con i tempi.

L’attuale evoluzione dei sistemi di trasporto rapido di massa e delle tecnologie tranviarie in particolare, consente di valutare una grande varietà di soluzioni adatte a soddisfare bacini  di traffico che vanno da quelli tipici delle aree metropolitane alle zone rurali di particolare pregio storico-paesaggistico.

Il sistema prevedibile per il Fermano può essere individuato in una linea con caratteristiche di metrotranvia (secondo la definizione UNI 8379) nei centri abitati, e di tranvia extraurbana per le tratte in sede propria, le quali potrebbero in buona misura sfruttare proprio il prezioso sedimento
dell’antica ferrovia. Circa le caratteristiche tecnologiche del sistema, è oggi d’obbligo fare ricorso a veicoli a piano ribassato e scartamento ridotto, onde sfruttare appieno le caratteristiche geomorfologiche del territorio attraversato contribuendo alla sua valorizzazione e contenendo in maniera estremamente significativa l’impatto ambientale delle infrastrutture.

Un esempio di tali veicoli è dai tram già da tempo in servizio in città quali Sassari e Cagliari, a scartamento 950 mm, capaci di iscriversi in curve di stretto raggio, che percorrono le vie urbane per poi immettersi sul sedime ferroviario della rete di ferrovie complementari che si irradiano da tali territori.

Il modello di esercizio proponibile è quello, ad esempio, della Stubaitalbahn, nel Tirolo, o nella ferrovia vicinale Vienna-Baden, sempre in Austria, che assommano l’agilità e la economicità di esercizio propria dei sistemi tranviari con la buona velocità commerciale consentita dalla presenza di tratti in sede propria pur in presenza di un sistema di esercizio di tipo tranviario, caratterizzato dalla marcia a vista e dalla condotta ad agente unico. Come curiosità storica va segnalato come l’antica Fermo-Porto San Giorgio fosse in effetti inquadrabile come servizio di tipo tranviario suburbano, con tratta in
sede stradale promiscua, della ferrovia Porto San Giorgio-Fermo-Amandola. Un sistema così dimensionato appare in prima istanza del tutto in linea con le esigenze di mobilità della zona in esame, che si presentano diversificate in quanto, ad una quantità significativa di spostamenti locali e di tipo pendolare si affianca una mobilità erratica in continua crescita, per far fronte alla quale occorre introdurre sistemi di trasporto che presentino una maggiore attrattiva ed un minore impatto ambientale rispetto alla viabilità stradale, sì da evitare fenomeni di congestionamento.

13 Marzo 2021