Lo striscione campeggia sopra l’allegra compagnia dei 35 eterni ragazzi che da vent’anni si sono dati promessa nel ritrovarsi a pranzo e rinsaldare la vecchia amicizia.
Al ristorante Arcimboldo in contrada San Tommaso sono stati rispolverati vecchi ricordi dei ragazzi classe dal 1940 al 1945, cresciuti nel dopoguerra lungo la strada adriatica e le casette di Borgo Andrea Costa, i cannetti di una area ancora paludosa fra il fosso Rio al confine nord fra Porto San Giorgio e quella che poi diventerà la meta balneare di Lido di Fermo.
Ricordi come quelli di Ilario Del Moro e Luciano Gaucci sui conti Salvadori e i Piccolomini, con le rispettive ville e le le terre bonificate dal borgo alla marina. L’arguzia dell’avo di famiglia Ciarrocchi, contadino mezzadro detto “Tatta” come la moneta sonante che mostrò ai nobili possidenti per acquistare l’agognato e sudato appezzamento su cui negli anni ’50 figli e nipoti costruirono le prime abitazioni residenziali.
Pensieri alle partite di pallone sul campetto sabbioso e alle guerre con i sassi e una pentola di rame a mo’ di elmo. Arguzie fanciullesche che poi ispirarono mestieri, le prime automobili sfrecciarono ed ecco chi fra i ragazzi del borgo c’è chi brevettava i primi pneumatici, copiati dallo stesso cavalier Pirelli pioniere della gomma su strada che proprio da Milano giungeva a Porto San Giorgio per perlustrare le officine e i garage.
Immagini indelebili negli occhi di una generazione che ha ricostruito un Paese dal nulla, testimoni per i giovani dell era post 2020. (f.s.)