L’area vasta 5 e i nostri ospedali di Ascoli e San Benedetto soffrono di una carenza di personale che sta mettendo a repentaglio la qualità e la quantità dei servizi sanitari nel Piceno. Da anni l’ASUR da Ancona assegna alla nostra provincia dei budget di spesa per il personale assolutamente insufficienti. Anche quando vengono attivati nuovi servizi non vengono assicurate risorse umane aggiuntive e la coperta, già corta, si fa cortissima. Non è un caso che i pochi concorsi che vengono banditi cominciano ad essere disertati da potenziali aspiranti (medici o infermieri) che preferiscono altre aree vaste o addirittura altre regioni. E non è finita qui: pensate che nell’area vasta 5 anche la retribuzione dei medici, almeno per la parte variabile, è inferiore a quella dei colleghi di altri territori. A questo quadro così desolante si aggiungono le carenze più generali della regione nella gestione del personale prima e dopo la pandemia. Mancata corresponsione delle indennità aggiuntive Covid (peraltro irrisorie), incertezza sui rinnovi dei tempi determinati assunti in emergenza, lentezza delle procedure concorsuali, ritardi nelle stabilizzazioni del personale a tempo determinato in forza al SSR al 31.12.19 e molto altro. Gli operatori sono costretti a vivere alla giornata e per descrivere le condizioni della sanità marchigiana torna utile l’aforisma della cuoca di Soren Kierkegaard: “La cuoca ha preso il comando della nave e dal quel momento non si conosce più la rotta della nave ma, a malapena, il menù del giorno”. Cambiamo pagina.