Qualcuno, recentemente, ha detto che a governare il mondo dovrebbero essere i poeti: forse, le cose potrebbero migliorare. Certo è che, chi scrive versi facendoli salire dal profondo più profondo, ha una capacità maggiore di conoscere l’animo delle persone. S’intende non versi studiati a tavolino. Bensì parole che scaturiscono dall’incontro con piccoli eventi, con cose semplici, quotidiane, continue. Non uno schema da applicare dunque ma occhi curiosi con cui guardare.
Paterson è un giovane conducente di autobus. Vive e lavora nella sua cittadina statunitense dall’omonimo nome. Ogni giorno saluta i passeggeri che salgono sul veicolo, ascolta brani delle loro conversazioni, guarda sfilare alberi, strade, incrocia auto, vede gente muoversi. Prende una birra al termine del lavoro e se torna a casa, dalla sua Laura e dal suo cane Marvin.
Ha un blocchetto di appunti, sempre pronto alla bisogna. È lì che scrive le sue parole, a volte in libertà, a volte già pronte per essere poesia.
Laura è diversa, è piena di progetti e aspettative. Non che Paterson non ne abbia, ma non le esplicita. Il suo è un silenzio riflessivo, dove si fa posto a ciò che capita. Perché questo è comprendere, o tentare di comprendere: silenzio per dare forma alle cose, una disposizione ad aprirsi al nuovo, alla novità, all’imprevisto.
Imprevisto! Sembra di cogliere Eugenio Montale in quella poesia quando ci si affanna a pianificare ogni dettaglio del viaggio, e poi solo un imprevisto lo salverà, nel senso di renderlo più bello perché oltre la misura che gli abbiamo dato noi, che l’abbiamo ristretto nella nostra razionalità.
Paterson anarchico perché apprezza i commenti su Gaetano Bresci? Più possibile che Paterson sia un uomo libero perché il suo mondo poetica lo fa vivere idealmente in una cima montuosa da dove guardare il mondo… con altri occhi, guidando un normalissimo autobus, incontrando normalissima gente, bevendo una normalissima birra. Le cose semplici che nascondo il significato della vita.
Il film, che sarà proposto giovedì 2 febbraio al Super8, è firmato dal grande regista sessantaquattrenne Jim Jarmusch.
di Adolfo Leoni