Il Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche rinnova la sua vocazione di luogo dedicato alla creazione artistica ospitando in questi giorni la residenza di creazione di Labirinto, coreografia e interpretazione di Agnese Gabrielli ed Elisabetta Da Rold, dramaturg Cecilia Ventriglia, che termina con una fase di condivisione con il pubblico nel formato di “Cantiere aperto” martedì 20 dicembre. Il progetto è realizzato nell’ambito di RAM – Residenze Artistiche Marchigiane finanziate da MiC e Regione Marche ed è proposto nella stagione teatrale promossa dal Comune di Civitanova Marche con l’AMAT e in collaborazione con Azienda Teatri di Civitanova.
“L’ idea – si legge nelle note delle creatrici del lavoro – è quella di creare uno spettacolo sotto forma di gioco partecipato: un ring, un luogo circoscritto e due interpreti guidate dal la possibilità di scelta offerta al pubblico. Quest’ultimo, posto attorno al lo spazio scenico, verrà condotto di fronte ad una serie di scelte (annunci sonori, oggetti, foto) che possono delineare l’andamento coreografico e le azioni del le interpreti. Come all’ interno di un labirinto l’uscire equivale a trovare una soluzione di fronte al la complessità di strade che ci si pongono di fronte.
Sceglierne una può equivalere a perseguire un desiderio, un progetto per il nostro futuro. Un labirinto quindi inteso sia come gioco, sia come labirinto del la mente atto ad indagare gli aspetti più intrinseci di sé. Ciò che ci interessa indagare attraverso la costruzione di questo spettacolo è guidare i giovani e le giovani adolescenti verso una personale e collettiva scoperta del la loro capacità decisionale. Riteniamo che l’immagine del labirinto traduca al meglio lo stato di incertezza decisionale della persona di fronte al la varietà e al la complessità di strade e direzioni da prendere, in termini di scelte sociali e lavorative. Quello che vogliamo offrire al giovane pubblico è una proposta ludica per riflettere su un aspetto umano, quello del consenso e del la capacità decisionale, che è parte della nostra quotidianità e va allenato come pratica da osservare, apprendere ed applicare”.