Una prestigiosa carriera internazionale, da 41 anni, per metà passata alle Nazioni unite e metà ‘dedicata’ al Governo italiano, all’Italia, con le “Marche sempre nel cuore” e in particolare la zona del Fermano di cui è originario. A Paolo Sabbatini, nato a Porto Sant’Elpidio 66 anni fa, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, è andato l’importante il riconoscimento di “Marchigiano nel Mondo” consegnato ieri in Senato a Roma.
Una premiazione contestuale alla cerimonia di consegna del XXXV Premio Istituzionale Roma “Picus del Ver Sacrum” (patrocinio Senato e Regione Marche). Il premio è attribuito ogni anno a marchigiani che si sono distinti in campo sociale, culturale, artistico e imprenditoriale, dal 1986 per iniziativa del prof. Armando Mazzoni, allora presidente Ce.S.Ma – Centro Studi Marche “Giuseppe Giunchi” di Roma.
Nella sua lunga carriera Sabbatini è stato per lavoro in 70 Paesi e in tutti ha “portato le eccellenze marchigiane in tutti i campi”; e la “tigna dei marchigiani”, quella forte determinazione che gli ha permesso di occuparsi efficacemente nel tempo di risoluzione di conflitti, di poveri, diseredati e bisognosi, quando era all’Onu, ma anche di cultura e promozione negli ultimi prestigiosi incarichi. Tra i tanti ruoli ricoperti, il lavoro per il ministero degli Esteri, come esperto di Cooperazione allo sviluppo e capo operazioni Unicef in Pakistan, per la Farnesina è stato funzionario dell’Area promozione culturale, direttore Istituto italiano di Cultura a Shangai, a Praga fino all’attuale stesso incarico a Bruxelles. “Il mio obiettivo – osserva – è stato sempre portare pace, serenità, far contenta la gente, senza fare imparzialità. Ho trattato allo stesso modo tutte le regioni italiane ma in questo contesto, nei limiti del possibile, mi sono sempre dato da fare per il mio territorio: quando si incontrano due marchigiani, parlano sempre della loro terra, è una cosa meravigliosa”.
Commozione e orgoglio per il riconoscimento. “Mi ha sempre contraddistinto l’amore per la mia terra, per le tradizioni e per le persone meravigliose che sono nate, da Matteo Ricci a mio zio mons. Carboni, che fu vescovo di Macerata. Di aiuti pratici non ne ho avuti, mi ha ispirato la grande tradizione marchigiana e la ‘tigna’, la più grande qualità dei marchigiani”. Ogni due settimane Sabbatini torna nelle Marche, dopo la recente morte della madre a 95 anni, stimata e conosciutissima “maestra del paese, che ha insegnato a tutti”. Quest’anno a Roma sono stati insigniti come “Marchigiano dell’anno 2020”: l’imprenditrice Alessandra Baronciani Imprenditrice (Pesaro Urbino); il giornalista di Sky Maurizio Compagnoni (Ascoli Piceno); Nunzio Giustozzi (Storico dell’Arte; Fermo); Grafiche Fioroni (Fermo); l’imprenditore Simone Mariani Sabelli Imprenditore (Ascoli Piceno); l’oncologa Emanuela Palmerini (Pesaro Urbino); lo storico del Cristianesimo Pierantonio Piatti (Macerata); l’imprenditore Mauro Quacquarini (Macerata) e il pianista Maurizio Tarsetti Pianista (Pesaro Urbino). Assegnato anche il XIV Premio Marchigiano ad Honorem al giornalista, scrittore e saggista Vittorio Emiliani.