Le indagini e gli accertamenti svolti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Fermo hanno fatto emergere numerosi illeciti penali, previsti dalla Legge Fallimentare, commessi nella gestione di 5 aziende, tra le quali risultano anche brand commercialmente conosciuti. I successivi sviluppi hanno portato alla denuncia alla locale Autorità Giudiziaria di 11 responsabili, tra amministratori (effettivi ed occulti) delle società e membri degli organi di controllo, ed all’accertamento di condotte fraudolente e distrattive ammontanti a 16.548.773,73 euro.
Complice anche il ritmo ridotto con cui l’economia procede a causa della crisi pandemica, i casi di dissesto societario hanno avuto purtroppo un andamento crescente ed il più delle volte sono sfociati nel fallimento di attività industriali e commerciali, che hanno travolto numerose aziende del tessuto economico fermano, specie nel settore calzaturiero.
Bancarotta fraudolenta semplice, documentale e preferenziale, ma anche patrimoniale aggravata e continuata con la distrazione dei beni per evitare la pretesa da parte dei creditori dei compensi dovuti. Queste sono le principali accuse dalle quali gli imprenditori, denunciati dalla Guardia di Finanza, dovranno difendersi in sede di processo penale.
In un clima di generale attenzione da parte di tutte le principali Istituzioni ai fenomeni di infiltrazione criminale nel tessuto socio-economico provinciale, con la direzione della locale Procura della Repubblica le indagini dei Finanzieri sono state rivolte all’individuazione di particolari situazioni di dissesto economico e finanziario di aziende operanti nel settore della fabbricazione di calzature ed accessori. In questo, le Fiamme Gialle sono chiamate in causa in virtù delle loro spiccate competenze in materia economico-finanziaria, per perseguire quei disegni criminosi che di volta in volta sono attuati in danno del corretto andamento delle relazioni economiche e dell’economia pubblica.
Le persone denunciate hanno commesso reati per dissipare il patrimonio societario e distrarlo dalla finalità di onorare i debiti della società, danneggiando così ignari fornitori, trovatisi conseguentemente nell’impossibilità di riscuotere le somme spettanti, oppure per adottare illecite condotte “preferenziali”, per favorire solo alcuni debitori a discapito di altri. In taluni casi gli amministratori delle società hanno ceduto beni aziendali del valore di migliaia di euro senza ricevere alcun corrispettivo, sottraendo così arbitrariamente provviste finanziarie, oppure, in altre occasioni, si sono personalmente appropriati di decine di migliaia di euro, a titolo di inesistenti rimborsi o compensi.
In altri casi la documentazione è stata sottratta o distrutta per non consentire la ricostruzione del patrimonio in danno dei creditori, tra i quali anche l’Erario e l’INPS; in un episodio, infine, sono state trattenute a carico dei dipendenti le ritenute fiscali e previdenziali, ma poi non sono state mai effettivamente versate.
Le aziende in parola sono ubicate a Fermo, Montegiorgio, Montegranaro e Rapagnano.
L’azione ispettiva dei Finanzieri fermani dimostra ancora una volta l’impegno della Guardia di Finanza a tutela dell’economia, dei mercati e della libera concorrenza: contrastare i reati fallimentari significa restituire quanto dovuto a tutti i creditori delle società fatte fallire illegalmente.