Di cancro oggi ci si ammala sempre più, 1000 le nuove diagnosi fatte ogni giorno in Italia, ma, grazie ai progressi della scienza e alla diagnosi precoce, di cancro oggi si guarisce e si guarisce sempre di più. Eppure la malattia oncologica continua a terrorizzare e la parola “cancro” evoca in chi riceve la diagnosi e nelle persone vicine un vero e proprio terremoto emotivo, incidendo sullo spirito oltre che sul corpo, sul senso di sé e sulle proprie relazioni.
Di questo si è discusso con i principali esperti del settore lo scorso 29 settembre presso l’Auditorium Tebaldini di San Benedetto in occasione del convegno “Malattia e cambiamento: un approccio multidisciplinare alla malattia oncologica”.
Dopo il saluto delle autorità, i lavori si sono aperti con la relazione della dottoressa Francesca Giorgi sull’origine e sullo sviluppo delle neoplasie.
Il 50 per cento delle diagnosi di tumore si potrebbe evitare, dicono gli esperti, eliminando i principali fattori di rischio per la propria salute e adottando scelte di vita sane e consapevoli.
Di alimentazione come alleata della propria salute e come scelta consapevole di prevenzione dei tumori ha discusso la dottoressa Romina Fani, spiegando nel dettaglio quali siano i cibi da evitare e quali quelli da privilegiare.
Delle nuove frontiere e possibilità di cura offerte nel campo della oncoematologia, ha invece relazionato il dottore Piero Galieni.
Dopo una prima sessione dedicata allo stato dell’arte nel campo della lotta alla malattia oncologica e della prevenzione, si è parlato dei problemi psicologici legati alla diagnosi e al confronto con la malattia oltre che alle strategie di rinascita.
Il dottor Mario Bianchini ha spiegato le fasi psicologiche che attraversa un paziente a cui è stato diagnosticato un tumore, dalla negazione iniziale della diagnosi che invade la propria esistenza come un fulmine a ciel sereno, allo sviluppo di una fase della propria vita completamente nuova, una vita che, in ogni caso, non sarà più come prima.
Uscire dal circolo vizioso di solitudine e sofferenza, comprendere il senso della malattia partendo dal dolore ma muovendosi verso scelte di rinascita, di questo ha parlato il counselor dottor Omar Montecchiani.
Elemento fondamentale per riuscire a ripartire dopo aver superato la malattia oncologica è senza dubbio la ricerca del lavoro, importanti indicazioni sono arrivate in tal senso alla platea dal dottor Davide Marino, esperto career coach.
Affrontare la malattia e ripartire, vivendo il cancro come occasione di cambiamento e di trasformazione, allenando se stessi e il proprio spirito all’arte della speranza. Ha chiuso il dibattito di San Benedetto l’intervento della dottoressa Giorgia Mauloni sul cancer coaching. Cancro come sentenza di morte senza possibilità di appello, occorre combattere questa e altre errate convinzioni sociali sul tumore, spiega la dottoressa Mauloni, allenando la propria mente e il proprio organismo alla speranza.
di Laura Meda