“Ferragosto in Carcere”è una iniziativa dal forte valore simbolico” – spiega l’Avv. Andrea Albanesi, Presidente della Camera Penale di Fermo , promossa anche dall’Osservatorio Carceri dell’UCPI, a cui abbiamo aderito con slancio. “Con questa visita all’interno della struttura proprio il 15 agosto, Ci proponiamo di evidenziare l’importanza che deve avere nell’agenda politica il tema della detenzione. Vorremmo che l’incontro coi detenuti e con le forze di Polizia Penitenziaria diventi occasione per un riscontro visivo ed oggettivo delle condizioni di vita nel carcere di Fermo, delle criticità che possono insorgere e che talvolta spingono i detenuti ad assumere condotte disperate. Anche un segnale di vicinanza al personale di Polizia Penitenziaria che affronta un lavoro sempre più complesso e delicato” -.
La delegazione degli avvocati del foro di Fermo composta dall’ L’Avv. Andrea Albanesi unitamente l’Avv. Simone Mancini, responsabile regionale dell’Osservatorio Carceri, e dagli Avvocati Renzo Interlenghi, Michelangelo Giugni e Maria Rita Minnucci, è stata accolta dal S. Commissario Nicola Quadraroli che ha guidato la delegazione all’interno delle sezioni. Qui è anche avvenuto l’incontro con la popolazione detenuta. Le criticità maggiori si riscontrano nei colloqui con i familiari (limitati per il covid), nella vetustà degli arredi interni alle celle, nella scarsità di spazi comuni, soprattutto nella assenza di occasioni di formazione professionale e/o di acquisizione competenze lavorative in carcere. Su questo ultimo fondamentale elemento, concorda pienamente anche il personale degli agenti di custodia
La privazione della libertà e le lunghe ore di vuoto e di inedia, lasciano conseguenze nefaste sul corpo e sulla psiche delle persone. La possibilità di percorsi lavorativi, anche extramurari, formativi – professionali, è sentita come un’esigenza imprescindibile da tutti, una opportunità unica per la riabilitazione del detenuto, per abbattere il rischio recidiva di nuovi reati a vantaggio di tutta la società civile, e dare una forma concreta alle parole della Costituzione italiana sulla funzione rieducativa della pena.