Un uomo di 61 anni, della provincia di Fermo, è stato denunciato dalla polizia per un tentativo di estorsione a carattere sessuale, dopo un episodio avvenuto a Cannara ai danni di una ragazza. Richieste di denaro per non diffondere sui social immagini “particolari” tali da rovinare la reputazione: un incubo fatto di ricatti ed estorsioni, conosciuto come “sextortion” o estorsione a sfondo sessuale, un fenomeno che si sta diffondendo rapidamente anche tra gli adolescenti.
È quanto accaduto a Cannara, dove un genitore, dopo essere stato contattato da un utente sconosciuto che chiedeva del denaro per evitare la diffusione di immagini pornografiche raffiguranti la figlia, si è rivolto agli agenti del commissariato di Assisi per chiedere aiuto e presentare denuncia. Agli agenti ha raccontato di essere stato contattato da un utente sconosciuto che, successivamente, tramite messaggio, lo informava di avere delle foto e dei video della figlia. Credendo si trattasse di un bluff, l’uomo aveva negato che si potesse trattare della stessa ragazza ma l’interlocutore aveva fornito alcuni elementi descrittivi inequivocabili. Grazie alle indagini del commissariato di Assisi, è stato possibile risalire all’intestatario dell’utenza telefonica, che è stato denunciato per il reato di tentata estorsione.
Sono molte, infatti, le segnalazioni ricevute dalla polizia di Stato che interessano i più giovani. Per evitare di rimanere vittima di questi fenomeni, la questura di Perugia consiglia di: – non cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, anzi, capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti; – non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni, delle minacce e del profilo dell’estorsore; – parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere d’aiuto per gestire la situazione; – sporgere denuncia presso un ufficio di polizia.