Dopo tre anni a Macerata torna il Capodanno cinese, con l’anno della Tigre che cede il passo a quello del Coniglio. Sabato 21 febbraio, a iniziare dalle ore 15 in piazza Annessione sfilerà un corteo di maschere tradizionali e costumi per un totale di circa settanta figuranti che si muoverà attraverso via Garibaldi, corso Matteotti, piazza Cesare Battisti, via Gramsci, piazza Vittorio Veneto e piazza della Libertà fino a piazza Mazzini.
Dove dalle 16:30 prenderà vita una “Via cinese”, una riproduzione e animazione delle principali rappresentazioni di cultura e folklore cinese, come il tempio delle arti marziali e la cerimonia del té, la scuola delle arti a quella di calligrafia, usi e costumi e locande dove degustare gratuitamente i piatti tipici. L’evento – è l’ottava edizione – è organizzato dall’Istituto Confucio dell’Università di Macerata con il sostegno del Comune. Oggi, nella sala del Rettorato, la presentazione. Un evento – è stato spiegato – che non solo rinsalda il legame tra Ateneo e territorio, ma che simboleggia anche il riavvio dei rapporti con la Cina, nel segno del dialogo incarnato da padre Matteo Ricci, proclamato venerabile giusto un mese fa. “I rapporti e gli scambi con la Cina sono strategici – ha commentato il rettore John McCourt -. E’ con grande senso di responsabilità che ho assunto quindi la carica di presidente dell’Istituto Confucio, attribuita da Statuto al rettore, ringraziando il mio predecessore Luigi Lacchè, che ha condotto l’incarico per dodici anni prima come rettore e poi come suo delegato”. “Siamo entusiasti di collaborare – ha detto l’assessore comunale alla cultura e all’istruzione Katiuscia Cassetta – E’ importante riallacciare i rapporti culturali e sociali, oltre che economici, con un mondo da cui siamo stati costretti a scollegarci”. Anche il direttore dell’Istituto Confucio Giorgio Trentin ha sottolineato la valenza simbolica della manifestazione: “C’è tanta nuova strada da percorrere e tanta voglia di metterci di nuovo in cammino. Questo è un appuntamento vitale per riallacciare i rapporti con la città, il Comune e i suoi abitanti, promuovendo un dialogo di scambio e conoscenza con un Paese apparentemente così lontano”.
(Ansa)