In una palazzina liberty vestita di luce blu si è aperta la mostra dedicata ai nuovi linguaggi dell’arte contemporanea ideata da Popsophia e organizzata in collaborazione con il comune di Civitanova e la regione Marche. Dal pomeriggio tantissimi spettatori e curiosi hanno affollato lo spazio del lido Cluana per il vernissage della mostra, sold out già da giorni e visibile solo tramite visori Vr, che si è aperta con la lectio di Lucrezia Ercoli sui nuovi confini dell’immagine con lo sviluppo del digitale e con la spiegazione sulla struttura architettonica della galleria modulare e virtuale da parte dell’ideatore Evio Hermas Ercoli.
Seppur prive di “emozioni” le immagini elaborate dall’intelligenza artificiale possono comunque porre il problema e l’interrogativo sul confine su cosa è vero e cosa è finzione. Questo il focus dell’intervento della direttrice artistica di Popsophia Lucrezia Ercoli che partendo dai “padri” fondatori del pensiero attorno al mezzo fotografico, primo fra tutti Roland Barthes, ha mostrato le implicazioni che mezzi come “Dall -e”, algoritmo di intelligenza artificiale dal curioso nome assonante col pittore visionario spagnolo, possono avere sul reale, mettendo in crisi la nostra percezione: “Lo strumento diventa una protesi dei nostri sensi è tutt’uno con noi e lo sappiamo bene: lo smartphone fa parte di noi come un’estensione della nostra mano. I visori realizzano il sogno di Narciso di entrare nell’immagine, immersi a 360 gradi”.
Hermas Ercoli, introdotto dal presidente degli architetti Vittorio Lanciani, ha illustrato quali sono le ispirazioni architettoniche utilizzate per la realizzazione della meta galleria entro cui si svolge la mostra, dalla modernità avveniristica della Fondazione Louis Vuitton di Parigi progettata da Frank Gehry, ai moduli sospesi della casa esagono ideata da Vittorio Giorgini. “La galleria virtuale di Popsophia non è un’irreale costruzione della fantasia ma la reale rappresentazione del pensiero che lancia una sfida al futuro” – ha concluso Hermas Ercoli.
Ad introdurre gli interventi il fotografo di origine civitanovese Luca Michetti che oggi lavora tra Milano e Londra distinguendosi nel settore moda e design, che ha affrontato il tema dell’evoluzione tecnologica, dall’analogico al digitale fino alla rivoluzione del 3D, sottolineando come l’intelligenza artificiale non possa prescindere dall’approccio con l’umano perché “se la tecnologia non è gestita come si deve è come tradurre Shakespeare con Google translate”.
Presenti anche il sindaco Fabrizio Ciarapica e il vice Claudio Morresi, la presidente dell’Azienda TDC Maria Luce Centioni assieme ai membri del cda del Rossini. Da Roma l’onorevole Giorgia Latini, ex assessore alla cultura della Regione Marche, ha fatto pervenire il suo plauso all’iniziativa attraverso un messaggio video. Il sindaco Fabrizio Ciarapica ha sottolineato la natura innovativa del progetto: “questa gallery modulare è un progetto unico nel suo genere – ha detto il primo cittadino – e non poteva non trovare terreno fertile a Civitanova città moderna che ha nel suo dna la capacità e l’intuizione per il nuovo. Siamo soddisfatti di aver portato a termine questa trasformazione e da oggi la nostra programmazione culturale non potrà non tenere conto anche di queste tecnologie”.
Un appello condiviso anche dal braccio operativo della cultura, l’Azienda dei Teatri di Civitanova che attraverso la sua presidente Maria Luce Centioni ha aggiunto: “Popsophia è un’iniziativa che si rinnova e non solo parla di cosa siamo oggi, ma è capace di fare ulteriori passi verso il futuro. Quello di oggi è nell’immersività. E siamo molto orgogliosi di proporre questa mostra che parla di strumenti che non possiamo toccare, che a noi appaiono virtuali, ma che i nostri giovani padroneggiano come reali”.