Convegno sull’osteoporosi a Colmurano, lo stile di vita sano è il miglior farmaco. Hanno destato interesse gli interventi del dottor Ferdinando Silveri e la dottoressa Simona De Introna, invitati dall’associazione Le Paccucce per informare la popolazione sui rischi legati alla salute. Per il decimo anno la festa della specialità del borgo, ovvero le paccucce cioè spicchi di mela rosa dei Sibillini essiccati e conservati nel vino cotto, unisce i piaceri della cucina all’approfondimento medico con l’obiettivo di migliorare la salute delle persone.
Il tema di questa edizione è stato l’osteoporosi, una malattia che colpisce circa 5 milioni di italiani, non solo anziani, fortemente invalidante e con alti costi per la società e per le famiglie. Ad approfondire il tema Ferdinando Silveri, dirigente medico al Carlo Urbani di Jesi con una vita dedicata allo studio della patologia, e Simona De Introna, dietista e docente dell’Università Politecnica delle Marche, salutati in apertura dal sindaco Mirko Mari e dalla presidente dell’associazione Monica Erodiade.
«Con l’osteoporosi l’osso perde la sua struttura – spiega Silveri – ed è più soggetto a fratturarsi. Le rotture più frequenti, anche con traumi minimi, sono quelle del femore, del polso, delle vertebre e dell’omero. Il nostro paese è particolarmente colpito anche a causa dell’aumento dell’età e con l’invecchiamento della popolazione». Tra i fattori di rischio il fumo, l’eccessiva magrezza, l’alimentazione non corretta, uno stile di vita poco sano, l’alcol, la sedentarietà e persino i difetti visivi che possono causare cadute inaspettate. Inoltre, anche l’aver subito forti trattamenti con cortisone può indebolire le ossa. «Per avere le ossa più resistenti è necessario anche avere una muscolatura adeguata che le sostenga – prosegue Silveri – l’attività fisica è fondamentale, anche attività come il ballo possono aiutare perché potenziano l’equilibrio. Il test per verificare il proprio stato è semplicissimo: bisogna essere in grado di restare in equilibrio per dieci secondi con un piede sollevato».
Sul lato dell’alimentazione sono sconsigliati gli integratori mentre è raccomandato bere l’acqua del rubinetto: «In una società in cui le patologie sono causate dall’eccesso possiamo trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno nella corretta alimentazione, senza ricorrere a soluzioni poco bilanciate – spiega De Introna – Importante è assumere il calcio, l’ideale sarebbe un grammo al giorno ma non è facile. L’acqua del rubinetto può aiutare poiché non è vero che causa i calcoli, il suo calcio viene assorbito esattamente come quello del latte».
Ciò che fa aumentare il rischio calcoli è una dieta con eccessivo sale, questo sì altamente sconsigliato. «L’eccessivo sale, per essere smaltito – prosegue Introna – deve legarsi al calcio e spesso lo prende dalle ossa. Un fattore che invece influenza l’assorbimento del calcio da parte del nostro corpo è la vitamina D il cui 90% del fabbisogno deriva dal sole. Per questo è importante cercare di essere irraggiati per almeno 30 minuti al giorno, anche con semplici passeggiate all’aria aperta». Sorprendentemente un fattore di non assimilazione del calcio nel corpo umano è dovuto alle bevande con cola, per questo molto dannose per i ragazzi in via di sviluppo non solo per l’eccessiva quantità di zuccheri presenti.
Al termine dell’incontro la presidente Monica Erodiade ha omaggiato i due medici con il tradizionale barattolino di paccucce unito al libro di ricette. L’incontro poi è proseguito col pranzo paccucciaro dove i commensali hanno consumato ottime pietanze come crespelle alle paccucce, gorgonzola e noci, quadrotti di polenta con paccucce e salsiccia, bollito misto di manzo con riduzione alle paccucce, agnello alla cacciatora con mela rosa e vino cotto preparate dal Caffè 5.0 di Colmurano.