Artigiani pronti ad assumere, forza lavoro specializzata introvabile. Si configura così l’autunno italiano, con oltre la metà delle micro imprese schiacciate tra il bisogno di assumere personale nei prossimi 6 mesi e l’impossibilità di trovare le figure professionali necessarie.
“La volontà delle imprese artigiane di ampliare gli organici – dice il Presidente CNA Fermo Emiliano Tomassini – anche in conseguenza delle nuove richieste del mercato del dopo pandemia, rischia di venire frenata dalle difficoltà, in molti casi insormontabili, nel trovare le figure professionali di cui hanno bisogno”.
“L’indagine CNA, condotta su un campione di oltre 2 mila micro imprese, rileva che il 79,9% degli intervistati non riesce a trovare candidati idonei alle mansioni richieste – ricorda il Direttore Generale Alessandro Migliore – con un ricorso ai Centri per l’Impiego inesistente. Specifichiamo anche che l’intento delle imprese che vogliono assumere entro gennaio 2022 è di farlo con contratti stabili o comunque a tempo determinato”.
Secondo Tomassini e il Direttore Generale Alessandro Migliore l’annunciata riforma delle politiche attive del lavoro dovrà affrontare una questione importante: “E’ necessario – dicono – riorganizzare le strutture dedicate al collocamento e adattare i percorsi formativi alle esigenze del mondo produttivo. Un obiettivo indispensabile per consentire alle imprese di agganciare i nuovi driver dello sviluppo che richiedono competenze adeguate”.
Il Presidente Tomassini, dopo aver stigmatizzato nei giorni scorsi la criticità del settore autotrasporto, rilancia la problematica che investe il mondo artigiano, puntando i riflettori sulle politiche attive del lavoro poco funzionali: “Non esiste un sistema in grado di coniugare con successo domanda e offerta di lavoro, il canale pubblico non favorisce l’incontro tra candidati e imprese: le aziende ricorrono ancora per la maggior parte al metodo del passaparola, praticamente mai ai Centri per l’Impiego. Un dato grave e inquietante, anche se purtroppo non nuovo, che frena la crescita dell’occupazione e dell’economia”.