Anche l’Area vasta 4 Asur di Fermo ha celebrato, sabato scorso, la Giornata nazionale della malattia di Parkinson. Il 26 novembre, alla sala conferenze Terminal Dondero di via Tomassini a Fermo si è tenuto un pomeriggio di approfondimento su questa patologia. Ponendo l’attenzione ad ampio spettro su tutti i temi che riguardano il Parkinson, sono intervenuti il direttore della Neurologia all’ospedale Murri di Fermo Patrizio Cardinali, la neurologa dell’AV4 Isabella Paolino, il neuroriabilitatore Inrca Alessandro Fiè, la fisiatra della Comunità di Capodarco Valentina Koxha, la psicologa AV4 Alessia Ciccola, la psicologa del centro Nemo di Ancona Lorena Cionfrini. L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Limpe per il Parkinson Onlus.
La UOC Neurologia di Fermo segue circa 200 pazienti in ambulatori dedicati ai disordini del movimento, garantendo anche cure di secondo livello, se necessarie, come la tossina botulinica. È stata creata una rete con le strutture fisiatriche della stessa AV4 per il trattamento riabilitativo, fondamentale nel miglioramento dei disturbi motori. Da non trascurare anche gli aspetti psicologici riguardanti sia l’impatto della diagnosi che la convivenza con la malattia da parte del paziente e del caregiver.
La malattia di Parkinson è neurodegenerativa, causata dalla progressiva disfunzione e morte di cellule cerebrali che appartengono ai nuclei profondi dell’encefalo. La sua incidenza vede ammalarsi circa 15 persone ogni 100000 abitanti all’anno, incrementa progressivamente dopo i 50 anni. L’età media di esordio di sintomi è intorno ai 60 anni, ma circa il 10% degli individui riferisce un inizio di malattia a 40 anni (Parkinson giovanile). Rari casi sono colpiti prima dei 30 anni. Attualmente non sono ben definite le cause della malattia, ha un’eziologia multifattoriale legata a predisposizione genetica e fattori ambientali. Il Parkinson progredisce lentamente e non riduce significativamente l’aspettativa di sopravvivenza. I sintomi cardine riguardano alterazioni della sfera motoria, come bradicinesia, tremore e rigidità con conseguente difficoltà nell’esecuzione di movimenti automatici o ben appresi ed adattamento motorio al variare delle condizioni ambientali. Essendo multi sistemica, la Malattia di Parkinson è caratterizzata anche da disturbi non motori che riguardano l’ambito gastroenterico, genitourinario, neurovegetativo e neuropsichiatrico; si associano anche disturbi premotori quali disfunzione olfattiva, depressione, ansia e disturbi del sonno, che possono anticipare di anni la diagnosi. Per tale multi-sintomaticità si tratta di una patologia associata ad un peggioramento della qualità della vita, anche in relazione a modificazioni inerenti la sfera emotiva del paziente, i rapporti all’interno del nucleo familiare e la sua partecipazione alla vita sociale. Esiste comunque una vasta gamma di terapie farmacologiche e fisiche, oltre che terapie alternative, che permettono una stabilità del quadro clinico ed un miglioramento del quadro emozionale.
L’impatto dell’isolamento durante la pandemia da Sars-Cov2 è stato molto forte nei malati di Parkinson, come nella maggior parte delle malattie neurodegenerative. L’inattività, lo stress e la solitudine hanno aggravato la malattia cronica, innescando complicanze quali il deterioramento cognitivo, l’insonnia, la depressione. Sono comunque state documentate le esperienze positive della telemedicina e le osservazioni degli effetti avuti sui pazienti. Molti studi hanno dimostrato la validità della telemedicina, che ha permesso di monitorizzare le manifestazioni cliniche e di non lasciare da soli pazienti e caregiver.
News, Top News