“Grande è la preoccupazione ma forte la volontà di riscossa”, con queste parole Alessandro Taddei Presidente di CIA Agricoltori Italiani delle Marche ha descritto lo stato d’animo di tanti, tantissimi agricoltori colpiti dalla calamità di giovedì scorso. Subito si sono mobilitati per affrontare con gli ormai pochi mezzi a disposizione per tamponare il dramma di un territorio colpito al cuore.
Grandissimi danni alle colture soprattutto vigneti, frutteti, girasole, mais, ortaggi di pieno campo quali cipolle, cavoli e insalata … e per non parlare delle aziende agrituristiche alcuni delle quali non hanno più accessi e 3 sono andate completamente distrutte (2 nei Comuni di Sassoferrato e 1 nel Comune di Serra Sant’Abbondio). Drammatiche la situazione degli allevamenti; decine le vacche al pascolo fulminate sul Catria. “La mobilitazione dei nostri uffici sul territorio – prosegue il Presidente Taddei – è totale: sul campo per i primi aiuti ai nostri soci, negli uffici per predisporre subito le richieste di stato di calamità. Invitiamo i nostri soci e gli agricoltori tutti a rivolgersi ai nostri Uffici, sempre operativi, per tutti gli adempimenti necessari. In questo senso stiamo operando in sinergia con la Regione Marche per contribuire alla predisposizione degli urgenti atti necessari”. Da subito, hanno sottolineato Sabina Pesci e Rossano Landi rispettivamente Presidente provinciali di Pesaro e Ancona, occorre: Ripristino delle vie di comunicazione: ponti, strade anche ponderali e degli acquedotti ; il blocco delle bollette energivore e delle cartelle esattoriali; una moratoria sui mutui delle imprese e dei cittadini; l’estensione del credito di imposta
“Torno a Roma profondamente colpito, ha esordito il Presidente Nazionale Cristiano Fini, dall’ingente quantità di danni ma certo che i nostri agricoltori e marchigiani sapranno rialzare la testa, affrontare le emergenze e preparare il futuro. Noi saremo al loro fianco con tutte le nostre strutture anche nazionali e saremo alla testa di una battaglia perché il Governo tutto prenda di petto il dramma di questi territori, dove tra l’altro è passata tanta storia di Italia. Sempre più valida resta “l’antica” proposta della CIA “il territorio che vogliamo” – ovvero – per la difesa e lo sviluppo delle aree interne e dei territori più in generale”.