Il vicepresidente Mirco Carloni al Sana: “Dare valore aggiunto agli imprenditori agricoli che fanno biologico ed aiutarli ad ottenere vantaggi sui mercati. Questa la strategia che oggi stiamo presentando qui a Bologna, la fiera più importante del biologico d’Italia”
“Il primo distretto biologico delle Marche nascerà con numeri straordinari: hanno aderito oltre 2000 imprese agricole, piccole e grandi insieme, con 71 mila ettari complessivi a biologico e in conversione produttiva, pari al 60% della superficie coltivata a biologico nella regione. Proprio ieri abbiamo chiuso lo sportello per il riconoscimento del distretto e i risultati sono chiari”. Lo ha annunciato il vicepresidente della Regione Mirco Carloni al Sana di Bologna: il Salone internazionale del biologico e del naturale che richiama produttori e consumatori da tutto il mondo. Le Marche sono presenti con 22 aziende: 16 nella collettiva realizzata dall’associazione dei produttori Food Brand Marche e 6 nello stand regionale.
Altre 15 aziende, pur non presenti, hanno esposto i propri prodotti nello stand istituzionale della Regione. Il Sana, ha rimarcato Carloni, “è una eccezionale vetrina soprattutto per i nostri produttori. Insieme alla Camera di commercio abbiamo deciso di fare una collettiva, qui al Sana, dove hanno potuto partecipare anche le piccole imprese. Le abbiamo sostenute perché molte, da sole, non avrebbero potuto partecipare. Da Bologna diciamo, ai consumatori, che il cibo delle Marche ha tutti i requisiti di qualità e l’opportunità di aggredire i mercati a maggiore valore aggiunto”. La strada tracciata è quello del distretto biologico: “Le Marche vantano il primato di regione a maggiore superficie biologica d’Europa (22%). Col distretto unico siamo riusciti a creare sinergia tra le imprese, lavorando assieme sulla promozione e il marketing per far conoscere ai consumatori la qualità del bio marchigiano. L’obiettivo del distretto è proprio quello di fungere da volano di promozione nelle fiere e nei mercati, dando la possibilità ai consumatori di riconoscere i nostri prodotti come prodotti d’eccellenza, frutto di un’agricoltura etica pensata per la salute del consumatore. Un’agricoltura che merita di essere conosciuta e valorizzata”.