“È un riconoscimento a cui tengo molto, quello che mi viene conferito dalla mia regione. Sono veramente commosso”. Con queste parole il prof. Guido Silvestri, direttore del Dipartimento di Patologia generale e medicina di laboratorio alla Emory University di Atlanta (Georgia, Usa), ha ritirato oggi, a Palazzo Raffaello, il Picchio d’Oro 2020.
Conferitogli in occasione della XVI edizione della Giornata delle Marche, svoltasi, il 10 dicembre scorso, a Loreto e dedicata alle “Marche che resistono e agli eroi del nostro tempo”, il professore si era collegato dagli Stati Uniti, impossibilitato a presenziare anche per le restrizioni del Covid. Aveva promesso che sarebbe venuto a ritiralo personalmente: lo ha fatto oggi, nell’ambito di una settimana in cui rimarrà in “Italia per motivi personali”. Nato a Perugia nel 1962, cresciuto a Senigallia, Silvestri si è laureato in medicina all’Università di Ancona, per poi trasferirsi negli Stati Uniti nel 1993. “Sono in America da 30 anni. La scienza, la ricerca e la
medicina sono i miei punti di riferimento e le mie passioni. Non sono fuggito dalla mia terra, ma ho semplicemente fatto una scelta personale.
Il mondo è grande”. Il governatore Francesco Acquaroli, accompagnato dal consigliere regionale Carlo Ciccioli (presidente della commissione speciale _Picchio d’oro), ha, a sua volta, ringraziato Silvestri, per la presenza, che” testimonia attaccamento alle Marche. La stupenda cornice di Loreto avrebbe valorizzato il riconoscimento, ma spero che avremo altre occasioni, appena sarà possibile riprendere una nuova normalità, di rivederci e di celebrare i suoi successi che ci rendono veramente orgogliosi. Come Marche saremmo particolarmente felici di poter collaborare con Lei”. Disponibilità subito accolta dal professor Silvestri: “Cercheremo il modo di collaborare.
Ora siamo impegnati nella grande sfida all’Aids e il vaccino è la nostra grande speranza”. Sul fronte del Covid-19, rispondendo ad alcune domande del presidente Acquaroli, Silvestri ha detto di avvertire, in Italia, “un clima molto ansioso. Non è possibile stabilire quando si raggiungerà un’immunità di gregge: dipende da quanto vacciniamo. La scienza la sua parte l’ha fatta. I vaccini attuali funzionano, vanno somministrati tutti e rapidamente. Si sta già lavorando su vaccini di nuova versione, capaci di coprire più varianti del Covid”.