Ansia, paura, depressione, smarrimento: nonostante i passi da gigante fatti registrare dalla scienza medica, ancora oggi la parola tumore evoca nella persona che riceve la diagnosi e nei suoi familiari un vero e proprio terremoto emotivo. Nasce in questo scenario la psiconcologia,che ci occupa proprio delle variabili psicologiche connesse alla patologia neoplastica e in generale delle implicazioni psico-sociali dei tumori.
Una disciplina recente ma di vitale importanza, una disciplina da far conoscere agli addetti ai lavori, ai pazienti e ai loro familiari ma anche e soprattutto al grande pubblico. E’ nata così la giornata nazionale della psico oncologia che si è svolta lo scorso 29 ottobre su tutto il territorio italiano con appuntamenti in diverse regioni.
Nelle Marche la sezione regionale della Sipo, Società italiana di Psico-Oncolologia, ha organizzato un convegno evento presso il Teatro Comunale di Porto San Giorgio, patrocinato dallo stesso comune sangiorgese, che ha espresso la propria vicinanza al tema tramite la presenza e l’intervento dell’assessore alla cultura nonchè medico specialista in oncologia Renato Bisonni.
Un convegno evento indirizzato non solo agli addetti al settore ma anche e soprattutto al grande pubblico. Molto importanti in questo senso le testimonianze dirette di alcuni ex malati e dei loro parenti, tra cui la giornalista Paola Olmi, autrice di “Anna che mentre combatte non è sola” e l’attrice Lucia Batassa, che ha presentato il libro autobiografico “Un amante per terapia”, un diario sulla storia giornaliera della sua lotta contro il tumore.
Molto toccante la testimonianza del cantautore sangiorgese Federico D’Annunzio, che oltre ad aver scaldato il teatro con i suoi pezzi migliori, ha raccontato la sua triste esperienza come figlio di una paziente oncologica.
Dopo l’intermezzo musicale di D’Annunzio, è seguito un momento di dialogo e confronto con medici, operatori, psicologi e psiconcologi.
Ha aperto la discussione il dottor Lucio Giustini, direttore dell’unità di Oncologia dell’ospedale Murri di Fermo e dell’hospice “La farfalla” di Montegranaro, il quale , dopo un breve excursus storico sull’evoluzione delle cure oncologiche, ha sottolineato come la comunità scientifica sia oggi pienamente concorde nel ritenere fondamentale per un medico non solo saper curare ma anche e soprattutto saper comunicare.
E dalla necessità di comunicare nel miglior modo possibile con il paziente oncologico, paziente già politraumatizzato, nasce, spiega il dottor Mario Valle, chirurgo presso l’istituto nazionale dei tumori Regina Elena di Roma, la necessità di poter avere nei nostri reparti uno psiconcologo strutturato.
Necessità importanti ma che si scontrano, ha spiegato il dottor Tito Menichetti, presidente della Federazione Oncologica Marchigiana, con una costante carenza di risorse del nostro sistema sanitario.
Tra le associazioni impegnate nell’assistenza citate dal dottor Menichetti, molto attivo sul territorio l’istituto oncologico marchigiano, che, spiega la dottoressa Cristina Bilanci, offre gratuitamente servizi domiciliari e ospedalieri ai pazienti malati di tumore e alle loro famiglie.
Sulla rilevanza dei legami relazionali nella lotta ai tumori torna anche la psiconcologa Barbara Esperide, che ricorda inoltre l’importanza della presa in carica del paziente a 360 gradi.
Un convegno evento, moderato dal giornalista e conduttore televisivo Michele Cucuzza, ricco di interessanti testimonianze e spunti di riflessione, come spiega la dottoressa Liuva Capezzani, psicologa, psiconcologa, coordinatrice della SIPO Marche.
di Laura Meda