Il Summer Jamboree induce, chi vi partecipa, a una propensione alla spesa più elevata della maggior parte dei festival in Italia.
L’impatto economico totale è pari a 28,7 milioni di euro, con un valore aggiunto di 18,2 milioni. Per ogni euro di contributo pubblico si generano 95,6 euro. Sono questi i dati salienti emersi, nel corso della videoconferenza stampa, sull’impatto economico della manifestazione internazionale di musica e cultura americana degli anni ’40 e ’50.
Divenuta, negli anni, il più grande evento nel suo genere, si svolge a Senigallia tra la fine di luglio e la prima decade di agosto, promosso dalla Società Summer Jamboree srl e sostenuto dal Comune con la collaborazione della Regione Marche. L’edizione 2020, per effetto del Covid-19, non si svolgerà. “A volte le cose le valorizziamo di più proprio nel momento in cui non si possono svolgere”, ha commentato il presidente della Regione Luca Ceriscioli. Nato come “contenitore di una manifestazione di settore, il festival, negli anni, è cresciuto, posizionandosi tra le regine dell’estate marchigiana e italiana. È divenuto un punto di riferimento ben superiore ai confini regionali. Da momento di aggregazione ha saputo evolversi in valore economico
importante per il sistema regionale”. Ceriscioli ha poi evidenziato che “questi dati stimolano, in tutti noi, il desiderio di ripartire.
Le Marche hanno bisogno di essere raccontate e la vitalità economica del Summer Jamboree esprime bene la voglia di riprendere, il prossimo anno, il percorso di crescita interrotto”. L’indagine, riferita all’edizione 2019, è stata condotta dalla società Aris Leading edgecom, in collaborazione della professoressa Lucia Baldi, docente di statistica e marketing presso l’Università statale di Milano.
“Abbiamo dimostrato, con un accurato approccio di tipo scientifico, quello che è l’effettivo indotto generato da questa manifestazione nel territorio della Regione Marche, non solo a Senigallia”, ha sottolineato Gino Baldi (società Aris). Alla video conferenza stampa hanno partecipato gli organizzatori del Festival: Angelo Di Liberto e Alessandro Piccinini.
Secondo la rilevazione presentata, ammonta a 28,7 milioni l’impatto economico totale del Festival–Evento nelle Marche, con un valore aggiunto di 18,2 milioni di euro e una ricchezza media giornaliera generata (in termini di valore aggiunto) di 1,5 milioni di euro. Il visitatore “tipo” ha un’età media di 42 anni, ma l’età più frequente è di 35 anni. Il _range_ di età dei partecipanti che vive l’esperienza emozionale del festival è molto ampio, addirittura tra il 4 e i 97 anni, pur con il 68% dei presenti compreso tra i 30 e 54 anni. I partecipanti al festival sono stati profilati in base alla tipologia di provenienza e durata del soggiorno. I residenti rappresentano il 17% del totale, i turisti italiani il 44%, gli stranieri il 7% e gli “escursionisti” – coloro che provengono da regioni limitrofe (senza necessità di pernottare) – il 32%.
La distribuzione per genere evidenzia una netta prevalenza femminile, ovvero il 60% di donne e il restante 40% di uomini: differenze che rimangono tendenzialmente constanti per i quattro cluster (residenti, turisti italiani, stranieri, escursionisti), con una lieve differenza per gli stranieri, per i quali la presenza maschile arriva al 47%.
Sempre secondo le analisi della Aris Leading edegcom e della prof.ssa Baldi, i marchigiani appartenenti al cluster “escursionisti” che hanno vissuto il festival sono stati il 46% del totale, di cui la metà è arrivato dalla Provincia di Ancona e il 32% dalla provincia di Pesaro. Il restante 19% è suddiviso equamente tra le provincie di Ascoli Piceno e Macerata. In base ai risultati dell’indagine, circa un terzo dei turisti italiani si trattiene per 3 o 4 giorni, mentre la metà degli stranieri rimane per una settimana intera o per tutto il periodo del Festival. Interessante è anche l’analisi della propensione all’acquisto di prodotti nel territorio marchigiano.
Circa l’82% di stranieri dichiara di acquistare prodotti locali e, per i turisti italiani, si rileva una quota del 38%. Per i negozi marchigiani (e outlet) invece si rilevano 39% dei stranieri il 19% di turisti italiani. La spesa totale media pro-capite presenta dati ed elaborazioni significativi, che vedono la massima ricaduta su determinati settori:
spesa per alloggio (di turisti italiani) 366,8 euro, spesa per
alimentazione e bevande 214,6 euro e spesa per trasporto di 67,6 euro.