Non chiuderà la prima classe del Liceo classico di Montalto, così come le altre a rischio nelle aree interne del cratere. La Regione Marche è riuscita a salvaguardarne l’operatività scrivendo al Ministro Azzolina di invertire la logica dei numeri e di rivedere gli standard dell’organico di diritto. La richiesta è divenuta ineludibile con l’emergenza Covid-19, che impone di evitare classi pollaio. “Si sono succeduti quattro Ministri – dichiara l’assessore regionale Loretta Bravi – a tutti abbiamo chiesto attenzione alle esigenze particolari del nostro territorio.
Ogni volta la risposta dell’Ufficio Scolastico Regionale, ossia dell’ufficio periferico del Ministero, è stata quella dei numeri, delle proporzioni alunni/docenti, unico motivo accettato per mantenere in vita le classi. Sono stati anche anni di risultati, ottenuti grazie alla collaborazione di dirigenti, parti sociali ed enti locali: i diversi Piani dell’offerta formativa e di dimensionamento scolastico e gli interventi pressanti presso i diversi Ministri ci hanno permesso di mantenere i presidi e la capillarità degli istituti nelle aree interne, con un’attenzione particolare ai comuni colpiti dal sisma”.
“I ruoli sulla vicenda del Liceo di Montalto ha attori ben chiari non possono essere confusi per motivi di convenienza elettorale – rimarca l’assessore Bravi – pertanto è necessario distinguere tra Regione Marche che si è sempre battuta per mantenere le classi e l’Ufficio Scolastico Regionale, dipendente da quel Ministero, che si è ostinatamente mantenuto dalla barricata dei soli numeri. Considero la polemica come ulteriore occasione per chiedere al Governo di vigilare sull’operato dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, affinché il suo Direttore Generale cambi atteggiamento e consideri non gli algoritmi, ma le specificità della comunità marchigiana rappresentate in modo chiaro nel Piano regionale di dimensionamento scolastico e dell’offerta formativa”.