APPROVATA VARIANTE ALLA LOTTIZZAZIONE SAN MICHELE TERRA, “UN NUOVO PAESE COME MORESCO” (Tutti gli interventi dei consiglieri comunali)
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APPROVATA VARIANTE ALLA LOTTIZZAZIONE SAN MICHELE TERRA, “UN NUOVO PAESE COME MORESCO” (Tutti gli interventi dei consiglieri comunali)

Lottizzazione San Michele Terra. I privati rinunciano a 15 milioni di richieste risarcitorie per favorire la nascita di “un piccolo paese come Moresco”.

I privati rinunciano a circa 15 milioni di richieste risarcitorie in cambio della possibilità di costruire più facilmente duecentonovanta nuovi appartamenti. “Un piccolo paese come Moresco”.

E’ questo in sintesi quello che è emerso nel consiglio comunale di venerdì 16 Marzo 2018 che ha visto, al terzo dei sedici punti all’ordine del giorno, approvata dalla “maggioranza” una nuova variante urbanistica che modifica il vigente Piano Particolareggiato PPE n. 6 “San Miche Terra”.

La zona della città interessata dal provvedimento è quella che costeggia la statale adriatica, tra l’incrocio stradale per Capodarco e quello successivo a nord, e che si estende ad ovest fino al percorso autostradale.

La storia di questa zona è stata ripercorsa dall’assessore all’urbanistica Francesco Nunzi che ha ricordato come nel 2008 era stato sottoscritto una accordo di programma tra l’allora Sindaco Saturnino Di Ruscio e il Presidente della Provincia di Ascoli Piceno Massimo Rossi, attuale consigliere comunale, che consentiva la lottizzazione di questa zone attraverso dei comparti edificatori da attuare entro dieci anni salvo il ritorno di queste aree a zone verdi. Tuttavia molti comparti hanno trovato difficoltà nell’avviare la lottizzazione in quanto vi era la necessità di trovare l’accordo tra più proprietari non sempre agevole. Questo ha dato origine a diversi ricorsi. L’amministrazione, con questa variante, ha da un lato scongiurato i contenziosi e dall’altro attribuito una maggiore “autonomia” ai singoli comparti.

In conclusione l’assessore Nunzi ha spiegato le ragioni della variante: “raggiungere l’obiettivo di interesse generale di dotare il territorio di strutturee contemporaneamente “garantire una riduzione delle volumetrie mediamente del 30% nonostante il quasi per intero mantenimento degli standard previsti dal precedente piano, con una sola riduzione del 8% e conseguente minore consumo del suolo”.

Il Sindaco Paolo Calcinaro ha introdotto il problema dei ricorsi  “ad oggi  abbiamo cinque ricorsi in attesa di fissazione della udienza mentre per uno l’udienza è già fissata a dicembre del 2018 e la posizione del Comune in alcuni di questi ricorsi non è certo una posizione forte. Per uno di questi  comparti si era arrivati dinanzi al notaio !!! (…) ricorsi che hanno una richiesta risarcitoria di sette milioni per un comparto e un altra di poco simile. Questo è quello che l’amministrazione si è trovata a fare. Certo far scadere i dieci anni facendo ritornare tutto agricolo avrebbe spalancato la strada alle richieste risarcitorie con la possibilità di un dissesto del nostro ente. Grazie ad un lavoro incredibile oggi abbiamo i cinque ricorsi pendenti rinunciati. Probabilmente il 19 dicembre (dinanzi al TAR ndr) si doveva stabilire quanto dei 6 milioni e 900 mila dovessero essere versati dal Comune come risarcimento. In più si sono ridotte le cubature”

L’intervento della consigliera Giulia Torresi (L’altra Fermo) è diretto a ricordare come ”ci troviamo di nuovo in una situazione di fatto già vista. Una previsione eccessiva del PRG degli anni ottanta viene rinnovata a distanza di anni in un contesto specifico di crisi economica, mancata crescita demografica e tendenza generale al consumo zero del territorio come da più parti sollecitato,  si veda l’università dell’Aquila che pone fra gli obiettivi prioritari il recupero degli ecosistemi costieri di Marche e di altre regioni.  E come si pone il comune di Fermo di fronte a tutto ciò? Ridando validità ad un piano praticamente scaduto.  Andiamo a giustificare una iniziativa di questo tipo con l’interesse pubblico che consisterebbe nella realizzazione di strade e parcheggi di fatto funzionali alle cubature in realizzazione e un parco del tutto marginale e la realizzazione e una zona verde in una scarpata di difficile utilizzo. Con questa variante, considerando la diminuzione della popolazione e la crisi costante del settore edile, dovremmo auspicare che si trasferiscano 600 abitanti da altre zone della città, dall’interno verso la costa. Inoltre la riduzione delle cubature non inciderà sulla riduzione delle aree impermeabilizzate restando praticamente identiche le aree cementificate e le superfici antropizzate. Ci si poteva aspettare una vera riduzione e l’intera area ridiscussa all’interno di una variante generale del PRG di cui si parla da diverso tempo”.

Alessandro Bargoni (Forza Italia),  ha ricordato come il Piano ” è stato oggetto di dispute ideologiche che hanno portato a danni per i cittadini e a situazioni che dovono essere sanate. Questa variante va vista come una riconciliazione tra l’ente comunale e i cittadini di quella zona. Crediamo che meglio non si potesse fare date le condizioni di partenza. Quindi va visto come un risarcimento per quella gente e va ben oltre gli aspetti meramente tecnici.”

Particolarmente atteso l’intervento di Massimo Rossi, in quanto attore principale nelle vicenda avendo materialmente sottoscritto l’accordo di programma nel 2008 nella veste di Presidente della Provincia “ritengo doveroso prendere la parola anche se mi riconosco nelle parole della collega Torresi. Il fatto che su quell’accordo vi fosse la mia firma, per onestà  bisogna ricordare quello che è stato il rapporto tra l’amministrazione provinciale e l’amministrazione comunale. Tutti ricorderanno i manifesti sotto Di Ruscio in cui si accusava l’amministrazione di Ascoli Piceno di non voler far espandere Fermo. Questa fu una delle firme più pesanti che misi su un atto amministrativo. Io non condividevo questa lottizzazione ma sono andato a due assemblee pubbliche, e da democratico dovetti prendere atto che quell’accordo di programma era condiviso dalla amministrazione pubblica, esponenziale di una collettività, e dalla popolazione presente alle assemblee e altro non potevo fare che sollecitare una opposizione. Abbiamo un Piano in scadenza che è quindi una occasione d’oro, e si poteva solo andare a investire su opere (verde pubblico, strade) per risarcire la collettività. Io ho convissuto con ricorsi al TAR per milioni di euro per diciotto anni. Dal 1998 con l’azzeramento della previsione di 4 km di territorio nel Comune di Grottammare. Posso capire la situazione dell’amministrazione, ma qui si è fatto riferimento alla responsabilità personale di qualche dirigente che ha esposto l’ente. Ma non è possibile che ogni volta che c’è un contenzioso, di fronte alla minaccia del contenzioso, l’amministrazione deve andare dalla parte del prepotente … quindi per responsabilità personali si dovrebbe andare a realizzare un piano che era già discutibile a quei tempi e che ho avuto difficoltà a firmare?”.

Il consigliere Antonio Zacheo ha riportato le parole di un assennato amministratore del 2008 che così si è espresso ” io non sono così d’accordo in un’equazione che mi è parso sia emersa, costruzione-ampliamento uguale sviluppo, più sono le zone per risiedere, le zone artigianali, le zone per le attività e più Fermo dovrà svilupparsi. Secondo me non è così perché ogni città deve mantenere la sua vocazione (…) correggiamo questa equazione di abitazioni-volumetrie uguale sviluppo perché secondo me non è così, secondo me lo sviluppo è valorizzare Fermo come città di cultura, una città di turismo, una città che può piacere, se una città piace chiaramente porterà ricchezze che provengono da fuori”…Queste sono le parole di Calcinaro che a suo tempo si è astenuto nella votazione che ha ratificato questa lottizzazione”Per poi passare alla vigenza o meno dell’accordo di programma in questione “nell’atto di ratifica del consiglio comunale del 12/2/2008 si legge, nelle premesse, che “l’accordo di programma produce effetti se ratificato dal consiglio comunale.” e quindi poiché la delibera era immediatamente esecutiva da quella data devono decorrere i termini decennali (…) La verità è che il piano è scaduto e quindi va riaffrontato tutto l’iter previsto dalla legge.  Inoltre non è vero che il 19 dicembre si dovevano  quantificare i danni “.

Tra i consiglieri di maggioranza l’unico intervento è stato quello di Daniele Iacopini di Piazza Pulita “è una vicenda che ci siamo trovati ad affrontare in un contesto in realtà antico. In tutto questo manca un elemento della realtà perché se fossero andati in porto i ricorsi ci sarebbe poco da discutere sulla problematica del consumo del suolo, sui rapporti di forza tra comune e provincia, c’è poco da discutere di fronte al rischio di portare il Comune al dissesto. Come maggioranza abbiamo visto che attraverso un lavoro di concertazione si poteva  trovare una soluzione, da un lato con la rinuncia dei ricorsi, con una definizione di comparti autonomi realizzabili, una diminuzione della volumetria e una conferma quasi in toto degli standard previsti dal piano iniziale. Ho sentito le considerazioni del consigliere Zacheo, ma mi rifiuto di pensare che fossero sfuggite agli uffici e ai legali. Un lavoro virtuoso fatto nell’esclusivo interesse della città. Se anche una sola parte di quei ricorsi fossero accolti parliamo di importi di qualche migliaio di euro che peserebbero per ogni famiglia“.

Pierluigi Malvatani del PD “ci vengono paventati cinque ricorsi, due dei quali milionari. Siamo anche noi preoccupati. Ma per risolvere questa situazione di ricorsi questa amministrazione ha avuto ben tre anni e mezzo. Abbiamo saputo della situazione dei ricorsi e dei pareri legali per sentito dire. Se il piano era vigente l’unica cosa che si poteva fare era migliorarlo. Io in commissione ho richiesto di vedere i pareri necessari per sapere se questo piano è vigente e quale strumento era da attuare per modificare questo piano. Se una variante ordinaria o ridotta. I dati parlano di 79.000 metri cubi  pari a 260.000 mq di edificato e a circa 290 appartamenti. Traducendo in abitanti equivalenti avremo circa 660, 700 abitanti. Come il comune di Moresco per fare un esempio. Con un carico urbanistico pesante”.

Marco Mochi del movimento cinque stelle  “vorrei iniziare con dei numeri. 170 a Fermo e 205 a Porto San Giorgio sono le unità immobiliari in vendita. Per un totale di 375 appartamenti in vendita. Se aggiungiamo questa nuova previsione fanno 665 appartamenti.  Un dato importante. E i prezzi andranno sicuramente sotto terra”. Mochi poi, rispetto a quanto detto da Iacopini di Piazza Pulita, che ha affermato che la “cosa” gli è capitata addosso perché chi ha amministrato prima lo ha fatto con previsioni di crescita che non stavano ne in cielo ne in terra, sostiene che “continuare ad andare dietro alle scadenze non è amministrare e non serve. Con una maggioranza politica forte si poteva amministrare senza paura. Se vi sono dei ricorsi e il Comune viene condannato l’amministrazione ha la possibilità di rifarsi su chi ha sbagliato. Se amministri con coraggio fai delle scelte oppure vai dietro alle necessità. Una scelta politica è ripensare il PRG, agire in maniera organica. La necessità primaria dei cittadini non è quella di avere appartamenti. Con 290 appartamenti in più si fanno solo danni ai cittadini. Quello che state facendo è in linea con i provvedimenti presi fino ad oggi. Se da una parte abbiamo la certezza che il valore degli immobili caleranno e dall’altra  vi è la possibilità che si perdano i ricorsi, vale più una certezza che il dubbio”.

Per Art. 1 è intervenuta Sonia Marrozzini:nella commissione non sono stati forniti i pareri legali. Se non vengono forniti elementi tanto vale starsene a casa. Mi voglio soffermare sulle modalità con cui questa amministrazione tratta le questioni urbanistiche e le varianti. Si è voluta sottrarre ad un dibattito più ampio senza consultare la popolazione”.

Gianluca Tulli di Fermo Libera ha aggiunto: “probabilmente anche io avrei fatto lo stesso ragionamento effettuato dalla amministrazione in particolare con riguardo ai ricorsi. La domanda è se siamo messi al riparo da questi ricorsi, e se si può avere un parere legale che fornisca questa garanzia anche riguardo alla scadenza del programma”.

Giambattista Catalini: “la domanda è facile siamo favorevoli o contrari ? e se tutta la maggioranza è favorevole tutte queste parole non servono”.

In conclusione l’assessore Alessandro Ciarrocchi, intervenuto non solo come amministratore ma anche come abitante della zona: “oltre al rischio del contenzioso per l’ente vi era anche il rischio per il quartiere San Michele di vedere decaduto il piano.  Il piano non è scaduto e i ricorsi sono tutti neutralizzati. Non tutti saranno costretti a realizzare le potenzialità edificatorie, ma saranno scelte demandate al mercato, mentre il quartiere sarà dotato di quegli standard che sono una necessità della popolazione e dello stesso quartiere. Comunque questo è solo un primo passaggio e si aprirà la fase delle osservazioni e della partecipazione pubblica”.

 

 

di Massimiliano Bartocci

 

17 Marzo 2018