Grazie ai 3,5 milioni stanziati oggi dal Ministro Alessandro Giuli, sarà possibile realizzare pienamente il progetto del primo Recovery Art delle Marche. Un hub di recupero per i beni artistici e culturali danneggiati dal sisma 2016, ma anche di formazione e di valorizzazione. Il Ministro ha firmato il decreto, che va a completare le risorse già previste dal Piano nazionale complementare sisma, poi integrate dal Pnrr, che finanzia, oltre al polo di Camerino, anche una serie di interventi strategici non solo per le Marche ma per tutto l’Appennino centrale.
“Una notizia di fondamentale importanza per far sì che il progetto delle Ex Casermette possa dirsi finalmente completo dal punto di vista delle risorse economiche. Ora sta a noi, insieme al Presidente delle Marche Francesco Acquaroli, al Demanio che è soggetto attuatore, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Ascoli, Fermo e Macerata, e al sindaco Roberto Lucarelli, proseguire nel buon lavoro avviato – commenta il Commissario alla Ricostruzione Guido Castelli, che aveva promosso il finanziamento del Recovery Art quando era Assessore regionale -. Il leitmotiv di questa ricostruzione è un sostegno senza pari da parte del Governo guidato dal Presidente Meloni. Ringrazio il Ministro Alessandro Giuli, con cui abbiamo condiviso idee e percorsi già dai tempi della sua direzione al Maxxi, perché so che dietro questo stanziamento c’è una grande sensibilità e un profondo amore per questo territorio e il suo patrimonio artistico”.
Il progetto di Recovery Art a Camerino coinvolge 34 i fabbricati. Sui primi 8, destinati a deposito dei beni, i lavori sono in corso, con un finanziamento di circa 10 milioni di euro. Mentre sui restanti 26, con funzioni sia di deposito ma anche didattiche ed espositive, si sta procedendo con la chiusura della progettazione per procedere poi con l’appalto. Il valore di questo seconda parte dei lavori è di 20 milioni, a cui si sono ora aggiunti i fondi ministeriali.
“La creazione di depositi dove sia possibile la conservazione e il restauro è strategica per lo sviluppo e la rigenerazione dell’Appennino centrale e va di pari passo con la ricostruzione materiale – sottolinea Castelli -. Voglio ricordare che dopo il sisma sono stati recuperati oltre 30mila beni mobili, con 24 depositi a disposizione. Recuperare questo immenso patrimonio è un dovere primario affinché l’identità e le radici di questi luoghi vengano preservate, valorizzate e garantite alle future generazioni. Per questo, con il Pnc sisma, oltre a Camerino, finanziamo anche l’ampliamento del deposito di Santo Chiodo a Spoleto, e nuovi depositi a Rieti e l’Aquila.