Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento, indagini preliminari, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, ed al fine di assicurare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito, si comunica che nei giorni scorsi, a seguito di un’attività investigativa di osservazione e appostamento, la Squadra Mobile di Fermo ha rilevato un andirivieni sospetto in un palazzo di Porto Sant’Elpidio, dove alcuni individui di origine magrebina effettuavano degli scambi “sospetti”.
Alle prime luci dell’alba, sono state realizzate due perquisizioni all’interno di due abitazioni in cui la Polizia aveva notato rifugiarsi i sospettati. In un’abitazione era stata anche segnalata la presenza di un fucile e di altre armi, quindi gli agenti hanno fatto irruzione con degli scudi blindati.
Quasi contestualmente, si riusciva a recuperare e sequestrare un fucile da caccia e cinque cartucce a pallettoni, nonché una balestra in ferro con quindici dardi a punta d’acciaio. Nello specifico, il Fucile era stato lanciato dal balcone da un sospettato e veniva prontamente recuperato dai Poliziotti come prova del reato. Inoltre, veniva rinvenuto un ingente quantitativo di sostanza stupefacente ed in particolare un etto circa di cocaina suddivisa in dosi pronte allo spaccio, sei grammi di hashish, un bilancino elettronico di precisione e 2400 euro in banconote di piccolo taglio, il tutto, veniva sottoposto a sequestro penale in quanto ritenuto provento di attività illecita-
I soggetti controllati, tutti trentenni, di cui due di origine magrebina con precedenti per reati di spaccio di stupefacenti e reati contro il patrimonio, sono stati denunciati per possesso illegale di arma comune da sparo e relativo munizionamento e per spaccio di sostanza stupefacente. Venivano, altresì, rinvenuti sei trapani professionali con relativi utensili e attrezzi di corredo (batterie ricaricabili, punte da ferro e mole per taglio ferro/acciaio).
L’attività operativa, che si è svolta nel rispetto dei diritti delle persone indagate, fino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, è stata indirizzata ad accertare i fatti di reato connessi allo spaccio di stupefacenti, a seguito di ripetute segnalazioni di cittadini che si erano rivolti alla Polizia di Stato.