Dal consigliere comunale di minoranza Renzo Interlenghi capogruppo di Fermo Capoluogo riceviamo in redazione pubblichiamo: “Ci stiamo mettendo alle spalle un anno complicato, le guerre nel mondo ne caratterizzano l’incertezza politica internazionale, le migrazioni dal sud del pianeta stanno mettendo a dura prova le democrazie occidentali e le centinaia di vittime innocenti che, a ridosso delle nostre coste, vedono, così, spezzarsi l’ultimo filo di speranza che le tiene in vita, ammutoliscono le nostre coscienze oramai paralizzate dal senso di impotenza che le pervade. Noi, fortunati, festeggiamo il Natale e il Capodanno ripetendoci il mantra di un futuro più sereno, ma come può esserlo quando migliaia di persone, nel mondo, soffrono così tanto? Nell’epoca della globalizzazione dove tutto si condivide, siamo capaci di isolarci e far finta che tutto ciò non esista? A volte, leggendo le riflessioni di miei illustri colleghi di consiliatura, mi sembra di sì: per quanto sia importante la “fermanità” siamo consapevoli di quanto sia irrilevante dinanzi a quanto ci accade intorno? Eppure tocca leggere che, nel corso della conferenza stampa di fine anno, la nostra maggioranza si vanta di aver realizzato, di Fermo, una “città cantiere”, opere pubbliche come se piovesse e si parla di un bilancio così positivo da vantare un avanzo di circa 13 milioni e mezzo di euro ma, come ha rilevato il Consigliere Vallasciani, di questo avanzo ne residuano, di utilizzabili, poco più di 300 mila.
All’elenco spasmodico delle opere pubbliche replica con puntualità Nicolai dove vengono esposte tutte le preoccupazioni per dei progetti che sulla carta esistono ma che, di fatto, non si è sicuri avranno concreta realizzazione (cfr il PINQUA per tutti). La realtà è che, a distanza di tre anni dall’insediamento dell’ultimo Consiglio Comunale e di otto anni dalla Giunta Calcinaro, la tanto amata città di Fermo sconta una riduzione degli abitanti ed è il fanalino di coda, come Provincia, tra le cinque delle Marche in termini di reddito pro capite, occupazione e aumento della disoccupazione. La nostra sanità è ai minimi storici, con personale ospedaliero non in grado di far fronte alle reali esigenze del territorio e politiche miopi, dinanzi alle necessità del territorio che non porteranno miglioramenti ma maggiore precarietà, cosa che fa pensare come il neonato ospedale di Campiglione sorgerà, forse, sulla carta, ma senza le necessarie risorse strutturali per metterlo a regime.
Il Vice Presidente della IV Commissione (sanità) ha chiesto la convocazione di un Consiglio Comunale aperto ma sembra che questo tema non sia in agenda dell’attuale Giunta Comunale, tutta presa a dare della città un’immagine dinamica e giovanile (senza considerare che la maggior parte della popolazione è rappresentata dagli over 40). Molti cittadini si lamentano, sorgono comitati spontanei per la tutela del Centro Storico, dei singoli quartieri, si percepisce un’insicurezza diffusa e anche un uso improprio degli spazi pubblici. Inutile tornare a criticare la ormai stantia ed energivora pista di ghiaccio in Piazza del Popolo che, di fatto, espropria i suoi abitanti del loro diritto ad un’esistenza dignitosa, perché si è trasformato il nostro salotto in un Luna Park sguaiato, rumoroso e fastidioso oltre che esteticamente abominevole e nauseabondo.
Il turismo, si dice, deve diventare un settore trainante ma la verità è che, nonostante queste iniezioni dopanti, il Centro Storico di Fermo soffre e lo dimostra la chiusura delle attività commerciali (per la verità fenomeno generalizzato un po’ ovunque), cui si aggiunge lo spopolamento scolastico e la mancanza di uffici pubblici, uniche strutture in grado di garantire una presenza costante.
A Fermo e nel fermano mancano imprese trainanti (prima c’era la SADAM, e il distretto calzaturiero era fiorente), e questa è la causa principale della crisi che ci attanaglia, crisi della quale, i nostri “accorti” amministratori, non sembrano avvedersi.
Il problema principale, oggi, sembra essere l’individuazione di colui o colei che dovrà raccogliere il testimone di un decennio di amministrazione Calcinaro, tanto volenterosa quanto insignificante sia dal punto di vista politico (siamo diventati la ruota di scorta dei politici ascolani), che strategico economico.
Questo fatto è grave, così come è grave che la conferenza stampa di fine anno si concluda con la frase sibillina del Sindaco secondo cui egli non lascerà la città di Fermo “in mani insicure e torbide”. L’affermazione criptica è grave perché non viene fuori dalla bocca di un esponente partitico, bensì da quella del primo cittadino che, per antonomasia lo è di tutti e non solo di una parte. Una frase che, personalmente, mi ha messo a disagio: di chi sono le mani insicure? E, soprattutto, perché torbide?
Cosa si sta muovendo nella città al punto che il Sindaco senta il bisogno di porre dei veti? Questi veti riguardano propri esponenti della maggioranza? E, se è così, perché non fa capire meglio ai suoi “amati concittadini” a chi si riferisce?
In fine un ultimo appunto. Il Sindaco e l’Assessore Scarfini hanno dichiarato che da settimane si spendono per trovare un nuovo assetto finanziario alla Fermana Calcio (sin qui nessun problema, anche se tornando alla priorità delle problematiche sopra esposte, ci fa comprendere il grado di sensibilità verso chi realmente soffre). Forse preferirei che si occupassero “h24” di ridurre le sacche di povertà nella città ed invogliare investitori di lungo periodo ma la crisi della società sportiva è essa stessa il simbolo della decadenza, dal punto di vista industriale della città e del territorio. La mancanza di investitori è la prova dello scetticismo esistente tra gli imprenditori in merito alle scelte amministrative sino ad ora effettuate e, come dice un vecchio proverbio: “sacco vuoto non sta in piedi”. Giunta Calcinaro sbrigatevi a riempirlo questo sacco o non vi basterà enunciare il vostro amore per la città quando l’avrete ridotta alla Cenerentola delle Marche.