I quattro consorzi apistici delle Marche condividono il testo della nuova legge sull’apicoltura licenziata dalla II Commissione, che martedì 24 gennaio approderà nell’aula del Consiglio regionale delle Marche. Sono i presidenti dei Consorzi della provincia di Ancona, Sergio Cocciarini, della provincia di Pesaro e Urbino Frederic Oliva, della provincia di Macerata, Alvaro Caramanti, delle provincie di Fermo e Ascoli, Giovanni Zucconi.
“Una legge fortemente necessaria – affermano i quattro presidenti – che introduce delle modifiche sostanziali alla vecchia normativa del 2012, ormai superata, poiché coglie e valorizza i cambiamenti, non solo del comparto, ma anche legati alle tecnologie utilizzate a sostegno degli allevamenti in tema di ricerca e innovazione. Siamo quindi soddisfatti del testo licenziato, poiché capace di rispondere alle nuove istanze del settore e ridisegnare e semplificare il ruolo degli apicoltori per elevarne il livello. Auspichiamo vivamente che il testo venga approvato dal Consiglio regionale e vorremmo complimentarci con tutta la II Commissione, per il lavoro concreto svolto a favore del comparto, che ha l’obiettivo di valorizzare l’attività degli apicoltori, nonché i prodotti derivanti dagli alveari”. Continuano i quattro presidenti dei Consorzi apistici delle Marche. La Regione Marche, con la nuova legge sull’apicoltura, introduce delle modifiche alla legge regionale n. 33 del 2012, con l’obiettivo di: conservare l’ambiente, salvaguardare la biodiversità, regolamentare in modo del tutto nuovo l’attività degli apicoltori ed inoltre tutelare, valorizzare e promuovere l’insediamento degli alveari.
L’apicoltura svolge un ruolo prioritario nel territorio delle Marche grazie alla rinomata esperienza degli apicoltori, principali custodi, grazie all’allevamento delle api, della biodiversità regionale che si contraddistingue per le numerose piante mellifere presenti e che rendono unico il miele marchigiano. In totale, nella regione Marche, si contano 71.500 alveari. I quattro Consorzi apistici, formati da coloro che possiedono alveari e propongono la diffusione, il miglioramento e l’incremento dell’apicoltura nel territorio, rappresentano circa 2.200 apicoltori su 2.400.
Gli aspetti centrali, particolarmente apprezzati dai presidenti dei Consorzi, riguardo al testo licenziato dalla II Commissione senza alcun voto contrario, sono: l’introduzione del limite di rappresentanza all’interno della Commissione apistica regionale riservata agli organismi associativi che rappresentino almeno 150 iscritti e proprietari di almeno il 10% del totale degli alveari presenti nel territorio regionale, al fine di garantire che coloro che sono chiamati a prendere decisioni importanti e strategiche per il settore apistico, rappresentino una parte rilevante degli apicoltori. Le norme statali impongono addirittura il 13% per poter essere presenti ai tavoli ministeriali. Condivisi inoltre il ruolo meglio definito dei Servizi Veterinari, dell’Amap e dell’Istituto Zooprofilattico così come la nuova disciplina sul nomadismo che sarà definita dalla Giunta regionale sentita la Commissione apistica regionale.
Particolarmente gradita la nuova opportunità offerta sul fronte assicurativo, contemplata nel nuovo testo e non prevista nella vecchia normativa, per la copertura dei rischi connessi all’attività apistica derivanti prevalentemente da avversità atmosferiche, emergenze climatiche ed ambientali, Le ultime annate del miele sono state negative e hanno messo a dura prova l’apicoltura regionale e nazionale a causa delle forti siccità, i repentini abbassamenti termici ed altri eventi metereologici estremi.
L’unica importante osservazione sul testo da parte dei quattro Consorzi è che rimanga, come nella vecchia legge, il divieto del trattamento con prodotti fitosanitari per tutto il periodo della fioritura. “Ci auguriamo – dicono i presidenti – che il divieto persista anche nella nuova legge. Tutto questo al fine di continuare a tutelare le api, gli insetti pronubi, l’ambiente e per andare incontro alle rinnovate sensibilità green impostate dall’Europa, che prevede premialità a coloro che riducono l’uso degli agrofarmaci. E’ proprio in quest’ottica che i Consorzi auspicano che il Consiglio regionale accolga il parere del CAL che di fatto confermerebbe il divieto assoluto”.
I quattro consorzi apistici delle Marche sono impegnati in una serie di attività che mirano a diffondere la conoscenza delle api, valorizzare il settore, l’attività degli apicoltori impegnati nella salvaguardia degli impollinatori, vitali nella regolazione dell’ecosistema. L’obiettivo è quello di caratterizzarsi, in prospettiva, con un miele tipicamente marchigiano