Approvato il profilo professionale di Centralinista telefonico non vedente o ipovedente secondo i nuovi standard normativi. Lo prevede una delibera di Giunta proposta dall’assessore al Lavoro, Stefano Aguzzi, finalizzata a permettere la progettazione e la realizzazione di corsi di formazione per il conseguimento delle competenze necessarie per la qualifica ed il collocamento nel mondo del lavoro del Centralinista telefonico non vedente o ipovedente.
“Una misura che rivolge attenzione verso una categoria svantaggiata che va formata in maniera adeguata per offrire maggiori opportunità di lavoro” dichiara l’assessore Aguzzi.
La figura professionale del centralinista telefonico non vedente o ipovedente si occupa dell’accoglienza telefonica dell’utente, di comprendere le necessità e indirizzarlo ai responsabili di riferimento o fornire assistenza e informazioni. Gestisce un centralino telefonico e utilizza database sia in termini di consultazione sia di immissione dati attraverso sistemi di scrittura e lettura tattile a rilievo. Generalmente trova collocazione lavorativa come dipendente prevalentemente presso uffici di Enti pubblici, Pubbliche Amministrazioni e nel settore assistenza clienti in aziende private.
Nella logica della progressiva implementazione del sistema degli standard regionali per la progettazione e realizzazione degli interventi formativi, anche in relazione all’evoluzione del quadro di indirizzi a livello nazionale in particolare al Piano Nazionale Nuove Competenze ed al Programma Nazionale per la Garanzia di Occupabilità dei lavoratori (GOL), sono stati integrati e sviluppati ulteriormente gli indirizzi regionali.
Il Centralinista telefonico non vedente o ipovedente abilitato deve seguire dei corsi di aggiornamento in rapporto allo sviluppo tecnologico nel settore della telefonia. Per garantire la massima efficacia formativa e un adeguato livello di flessibilità il monte ore minimo di formazione di aggiornamento è di 12 da effettuare ogni tre anni a partire dalla data di rilascio dell’Attestato di qualificazione.
L’aggiornamento professionale può essere effettuato con i consueti percorsi formativi, l’attività può essere realizzata attraverso interventi di tipo seminariale, workshop, attività outdoor o comunque con strumenti che prevedano una forte interattività con il discente.