Venerdì scorso il Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha ospitato, presso la sede di Visso, un corso di formazione, promosso dalla Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare dell’Agenzia Regionale Sanitaria Regione Marche, organizzato dai Servizi veterinari dell’Area Vasta 3 con la collaborazione dello stesso Ente Parco, dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche e dell’URCA Marche (Unione Regionale Cacciatori dell’Appennino) che ha messo a disposizione le proprie unità cinofile.
L’esigenza del corso nasce dalla situazione epidemiologica nazionale dovuta alla diffusione della Peste Suina Africana (PSA), malattia che può trovare nel cinghiale un veicolo di diffusione nel territorio e, al tempo stesso, una “sentinella”. È da qui che deriva la necessità di garantire un efficace controllo sanitario sulle popolazioni di questo animale.
Ad introdurre gli argomenti sono stati il presidente del Parco, Andrea Spaterna, il direttore dell’Area Vasta 3, Daniela Corsi, il responsabile del Settore prevenzione veterinaria e sicurezza alimentare della Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche, Giorgio Filipponi: tutti hanno sottolineato l’importanza delle azioni integrate e coordinate tra Enti ed Istituzioni preposte alla vigilanza sanitaria e la necessità del coinvolgimento di tutti i portatori di interesse per fronteggiare eventuali eventi epidemici con un approccio “One Health”. Hanno poi presentato i loro contributi il comandante dei Carabinieri Forestali del Parco, Silvano Sampaolesi, quello dei Carabinieri della Provincia di Macerata, Daniele Arcioni, e quello della Polizia Provinciale, Attilio Sopranzetti. Sono quindi intervenuti il referente del CRAS-Marche, Nazzareno Polini, i volontari degli AATTCC di Macerata, fondamentali per la loro attività di presidio costante del territorio e il dirigente del Centro di Referenza Nazionale Pesti Suine, Francesco Feliziani, che ha evidenziato come l’attuale stato di allerta per la PSA nel territorio nazionale e marchigiano in particolare, non vada sottovalutato, perché le ricadute negative sulle filiere produttive suinicole in caso di focolai sarebbero devastanti, con l’attivazione di blocchi commerciali alla vendita di animali e di prodotti alimentari a base di carne di suino, nonché per la chiusura dei territori colpiti anche alle attività turistiche ed escursionistiche.
La PSA, malattia virale che attacca sia suidi domestici che selvatici, si manifesta con alta infettività e letalità (più dell’80% degli animali colpiti muore) e vede come principale azione di contenimento nelle aree in cui è presente, l’individuazione e la distruzione delle carcasse il più rapidamente possibile. Il piano di sorveglianza e prevenzione predisposto richiede una formazione a più livelli e l’adozione di strategie che aumentino le probabilità di un rapido rinvenimento delle carcasse di cinghiale che possano essere stati colpiti dal virus.
L’attività formativa ha permesso di effettuare simulazioni sul campo per la ricerca delle carcasse di cinghiale con l’ausilio di “cani da traccia”. L’URCA Marche ha messo a disposizione unità cinofile che hanno dimostrato un’eccezionale capacità nell’individuare e segnalare la presenza di animali selvatici morti nell’area perlustrata. Il corso segue quello analogo tenutosi in luglio a Pretare di Arquata del Tronto (AP), e rientra tra le attività propedeutiche al consolidamento di protocolli operativi finalizzati alla sorveglianza sanitaria rinforzata per la prevenzione e il contrasto alla PSA nei nostri territori di cui anche l’Ente Parco è promotore.