Prende il via, nelle Marche, la sperimentazione della terapia al plasma anti Covid-19, che utilizza il plasma da donatori guariti da Covid 19 come cura precoce per pazienti con polmoniti da Sars Cov2. Il protocollo di attuazione si chiama Tsunami (Trasfusion of convalescent plasma for early treatment of pneumonia due to Sars Cov2) ed è stato approvato dal Comitato etico.
Le Marche partecipano a uno studio multicentrico che ha come capofila la Regione Toscana e che coinvolge anche la Campania, il Lazio, l’Umbria e la Sanità militare. I Poli di reclutamento marchigiano coprono l’intero territorio marchigiano: saranno il Servizio di Medicina trasfusionale di Ancona, di Pesaro e di Fermo, perché qui sono agganciate le unità operative di Malattie infettive. Per agevolare i candidati donatori sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un pre-arruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. Nel percorso del protocollo la Medicina trasfusionale gestirà donatore, donazione e assegnazione, operando con due tipi di candidati: i donatori abituali, con un percorso molto più snello, e i pazienti donatori nuovi, che dovranno essere sottoposti a un percorso di arruolamento più dettagliato dettagliatamente previsto all’interno del protocollo. Per tutti, il requisito fondamentale è quello di avere superato la malattia e di essere in regola con il percorso tamponi e un numero di anticorpi sufficienti.
Per il donatore abituale il tramite rimane l’Avis. Sarà possibile recarsi anche in uno dei dodici servizi trasfusionali regionali per un pre-arruolamento e successivo invio degli idonei ai tre Poli di riferimento. I soggetti ricoverati sono già stati informati di questa possibilità e sono stati messi in contatto con il trasfusionale. Per motivi di sicurezza, il protocollo prevede che il paziente ricoverato attenda 14 giorni dopo la dimissione. Il paziente ricevente sarà invece gestito dalla parte clinica. I criteri base per l’applicazione della terapia sono: la maggiore età, la condizione di Covid positivo e la fase precoce dell’infezione. Gli anticorpi sono infatti maggiormente efficaci nella prima fase della malattia. “Si tratta – ha sottolineato la dirigente del servizio Sanità Lucia Di Furia – di uno studio che può dare grandi risposte in termini di migliori cure rispetto alle attuali. Le forme terapeutiche oggi riconosciute valide sono poche e questo studio può aprire spazi importanti”. “Riteniamo – ha detto il rappresentante del Comitato etico Massimo Marinelli – che il protocollo marchigiano sia migliorato in tutte e tre le linee di riferimento a quale si deve attenere: salvaguardia della salute dei soggetti interessati, scientificità dello studio, tutela della sanità regionale”.
“La parte donazione è centrale in questo protocollo – ha detto la dottoressa Spadini – ed è normale che in presenza di un evento catastrofico l’emotività porti a slanci solidaristici molto importanti della popolazione. In questo le Marche sono sempre molto avanti. Ma queste situazioni vanno governate, perché la donazione rappresenta un momento molto delicato in cui sono centrali sia la tutela della salute del donatore, sia quella del paziente. Avremo di fronte due popolazioni di candidati donatori di plasma iperimmune – tra i 18 e i 60 anni compiuti – gestite dal Trasfusionale. Il donatore abituale, già arruolato, avrà un percorso agevolato tramite l’Avis, perché normalmente sottoposto ai controlli clinici previsti per scongiurare la trasmissione ematica delle malattie.
Il candidato paziente non ancora arruolato in un protocollo di donazione dovrà essere invece sottoposto a indagini preliminari”. Queste due popolazioni dunque hanno in comune che entrambe devono avere avuto la malattia del Coronavirus e devono averla superata, in regola con il percorso dei tamponi e con un numero di anticorpi sufficienti. Nel caso del nuovo candidato donatore il percorso prevede la verifica preliminare dell’idoneità alla donazione, la negatività ai test sierologici per epatite B, epatite C ed HIV e il superamento di un periodo di 15 giorni prima della donazione. Dopo la donazione saranno effettuati anche ulteriori test. L’efficacia della terapia si vedrà al termine del protocollo che ha una durata di sei mesi.